Si giocava alla pega o peta, si giocava a s’cianco. Si faceva un gioco che si chiamava Elo coto el pan, no l'è 'n pochetin brusà ...
Seduta a cavalcioni del piede dell’adulto mi facevano Tutù musseta, la mama la va a messa ...
Per dormire, come ninnananna i genitori mi cantavano La Vergine degli Angeli. Mio papà Gino era musicista e sapeva tante canzoni.
Giocavo molto e liberamente, come tutti i bambini del tempo. Anche in strada.
In strada mi ricordo che si gridava “macchina!” quando ne arrivava una, ma ne passavano pochissime! ... Poi si riprendeva il gioco.
Si facevano delle belle commedie e la Ida ci faceva i travestimenti.
Si facevano delle belle commedie e la Ida ci faceva i travestimenti.
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Foto 1954 di Giordana Mantovani |
Dalla Ida che teneva un doposcuola di bambini, si giocava liberi, tantissimo.
Ho un ricordo di gioco molto preciso: con el sialeto de lana fatto a uncinetto le femmine si facevano la gonna, legandolo in vita e poi facevano la ruota. Si giocava e si ballava per gioco. Ricordo ancora che avevo invidia per uno scialle viola molto grande che ruotava meglio degli altri; era di una mia amica.
Un gioco che ho ben presente è anche il gioco di equilibrio sul muro dalla Stra alla Chiesa di Marzana che ora non c'è più: chi resisteva di più senza cadere.
raccontato da Giordana Mantovani nata nel 1948
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