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venerdì 9 maggio 2014

ENAL DI QUINTO GIOCO DELLE BOCCE 1938 circa

Foto proprietà S. Vassanelli

Il Circolo Enal di Quinto,  generalmente chiamato Dopolavoro, è sempre stato un luogo per soli maschi, dove la virilità si esprimeva con umorismo, celiando e commentando le vite altrui con fraseggi e allusioni non sempre eleganti. Volava anche qualche colorita bestemmia, soprattutto dopo numerosi bicchieri di vino. Raramente perciò veniva accompagnata all' Enal la famiglia; di solito questo accadeva la domenica ma erano passaggi frettolosi e mai prolungati, magari con bambini al seguito, con la scusa di una gazzosa o di una spuma colorata.
Le donne non godevano di svaghi; erano destinate al lavoro domestico e all'accudimento della prole (e degli anziani). Le meno fortunate venivano mandate a servizio fin da giovanissime o nei campi ad aiutare, in attesa dell'età da marito. Le altre aiutavano in casa e preparavano il corredo;  si maritavano presto e tra un parto e l'altro, lavori di casa faticosi, bambini e anziani malati da accudire non avevano momenti di svago.  Per la donna non esisteva Dopolavoro ma soltanto, come momento di sollievo, la frequentazione della Chiesa.
L'Enal aveva la funzione di riunire i maschi del paese per praticare il gioco delle bocce o delle carte. Una sera alla settimana veniva riservata al canto corale, in genere condotto da un Maestro di Musica. I fratelli Costanzi andavano in parrocchia a prelevare l'organo, che caricavano sul carro (dai ricordi di Attilio).
Nella foto: Gigi Vassanelli, Marino Vassanelli e, a misurare le distanze tra il pallino e le bocce, Giovanni Venturi.

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