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domenica 20 marzo 2011

IL PROGNO PANTENA

Il  termine progno trova riferimenti soltanto in un’area veneta molto ristretta. Potrebbe derivare dal tedesco brunn (inclinato) come dal latino pronus  (torrente o sorgente).
Ai capricci del Progno e alle sue esondazioni era soggetto il territorio della Valpantena; non a caso i borghi di più  antica attestazione sono sorti in aree pedemontane  e di leggero rilievo, sui conoidi dei vaj e in prossimità  di sorgenti d’acqua.
Vi proponiamo una pagina tratta da una relazione del 1799; descrive alcune vicende legate al diritto di spartizione delle acque che in seguito ad una tremenda esondazione  cambiarono direzione.
Da lì la conflittualità tra le parti in causa: i proprietari di fondi dei Poiano e quelli di S. Felice e della Mattarana.

I capricci del Progno

da PIETRO VENIN, Relazione all'Accademia di  A.L.S. riportato in Grezzana e la Valpantena a cura di E. Turri pag. 67 – Cierre 1991

Verona, 30.7.1799


“II Progno di Valpantena, e suoi influenti, trae il suo origine dalla Montagna denominata la Fittanza, discende frà le Montagne di Erbezo, e S. Anna d'Alfaedo fino ad un certo sito denominato la Villa contrà di Erbezo ove da un altro scoglio, che lo interseca, giù precipita nella bassa Valle detta del Cereè, e proseguendo il suo corso intersecato sempre da scogli, e balze frà i Monti di Fane e Lugo, capita nel paese stesso, che lo divide per mezzo, indi proseguen­do passa per Stalavena, e capita al Ponte di Grezzana. Questo tronco ne' tempi addietro scorreva profondo fra terra, ora il di lui fondo rialzatosi pareggia le Campagne, che abbisognano di Argini. Dal Ponte di Grezzana prose­guendo passa frà il Paese di Marzana e le Stelle, capita in un punto denominato il Penello, poco sopra alla Chiesetta detta l'Alterol, che divide in due parti convenute le acque di tutto esso Progno, e la massima parte scorre per il Pro­gno detto di Pojan, ed il restante per il Progno vecchio detto di S. Felice. Prima dell'anno 1707 (per quanto a me consta per relazione) scorreva tutto il Progno vecchio nel­le basse campagne di S. Felice, che tanto fertili le ha rese, si seppeliva, e disperdeva tutto il gran Progno, a riserva di poca quantità, che per condotto artefatto parallelo alla strada delle Ferrazze si soprapassava il Fiumicello con Ponte Canale, e si portava le restanti acque a benefizio di alcuni Beni nel tener della Mattarana. L'anno 1707 sudetto accaduta una rotta al sopracitato pun­to del penello, ha rivolto il suo corso per la parte di Pojano, e quindi incanalatosi per la strada, che porta alla Città per essa ha continuato il suo corso fino al principio della strada denominata la Spianà, da cui rivolgendosi verso Le­vante si avvicina all'alveo vecchio detto di S. Felice, e so­pra quelle campagne, ed in quei fossi si seppelisse, e di­sperde a riserva di poche acque investite per bonificar Be­ni nel tener sudetto della Matterana, ed alcuni altri in S. Michel che si sorpassano il Fiumicello con Ponte Canale. Per questa parte ha continuato il suo corso per qualche anno, quando che pentitessi li Possessori dei Beni dalla parte di Pojano hanno cercato di far chiuder la sudetta rot­ta; alla cui chiusura oppostossi quelli del Progno Vecchio, fu incoata una causa che durò (per quanto mi fu rifferitto) lunghissimo tempo; che poi fù fenita colla convenzione dello impianto del sudetto Penello….”

E a proposito degli affluenti del Progno


“…Questi influenti perché hanno poca estesa, poca quantità di acque raccolgono, ma le precipitano nell'Alveo principale, con tanta celerità, che in pochissimo tempo le scaricano, e se i loro alvei non fossero dalla na­tura proveduti di scogli, a quest'ora si sarebbero profonda­ti grandemente, ed avrebbero facelato molti Monti. Al disotto l'ultimo influente di Celore di Cisan fino al Castel di Montorio, vi sono molti rigagnoli, o scolatoi de monti; ma questi tutti si disperdono ne fossi delle Campa­gne, e la massima parte sopra le strade rendendole così impraticabili, o per profondazione, o per terra e lima, che sopra vi depongono…”

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