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Trascrizione dei testi dialettali: Talvolta potranno esserci errori o imprecisioni di trascrizione del dialetto; infatti il nostro dialetto a tutt'oggi non ha raggiunto uniformità di rappresentazione. Le fotografie (spesso non datate) provengono dalle raccolte di varie persone; in talune le date possono essere approssimative. Ci scusiamo con i lettori. Si prega di lasciare le eventuali segnalazioni nei commenti o di inviarle al nostro indirizzo mail: blogdellamemoria@gmail.com





mercoledì 29 febbraio 2012

LA PIASSA DEL MARCÀ VECIO LE SO PIERE E LE SO ROVINE

La poesia è della Gigia  (Lidia Bellenzier di Grezzana)
La poesia ci è stata regalata da Angelo Ballini, classe 1923
Angelo conserva con cura, in cornice, la poesia della Gigia insieme all'immagine della piazza di Grezzana


La piassa del marcà vecio le so piere e le so rovine

I vecioni de na olta i ghe disea “la ria del vaso”
a la strada che portaa al marca
Arente la ghea ‘n piassal grande
che de maio l’era sempre profumà.
El piassal l’era pien de robinie
Da insima a in fondo tuto circondà
da grosse piere
Ghe n’era de quadrè, de bislonghe
de quele che finia rotonde
I nostri noni i diesea che lì,
‘ndo ghè la nostra cesa
ghera dei archi con  delle colonne
tanti secoli fa
Col tempo è restà le piere,
con quele i ha fato la piassa del marcà.

Ghera bò, vedei pegore,
le fasea ‘n bordel
I sensari i fasea  ciasso,
i nasea de chi e de là
E i se tiraa par brasso.
Le bestie i le ligaa ai anei
Le done de scondon
le nasea a mondre el late
con quel che le podea
La ramina, i bandoti, i mastei
Ma quando vegnea i padroni
le nasea ridendo.

Le piante le fasea ombra
Le piere le nasea ben par sentarse
L’era tanto bela la piassa del marcà
Che par descorer e sponsar
tuti ‘ndasea là

Nela Piassa Carlo Ederle
ghera i bancheti del formaio
Capei, scarpe, calseti e  padele
Ghera tante robe da comprar
Par omini done e butei
Ghe saria sta de tuto 
ma mancaa el piassè:
i schei.


La Piazza Carlo Ederle com' era nel 1930
Foto da cartolina Propr. Ballini


COPERTINA DELLA RACCOLTA DI ITINERARI IN VALPANTENA 1998

Nel 1998 abbiamo realizzato dei fascicoli per escursionisti che abbiamo messo a disposizione dei nostri Soci.
Mettiamo a disposizione la copertina, disegnata da Giovanni Vidali del CiViVi, residente in Valpantena.

martedì 28 febbraio 2012

IL SINDACO BEPPE GALANTUOMO

Intervista a Angelo Ballini nato a Grezzana nel 1923
Fotografie di Propr. Ballini Angelo
Mi sarea fiol del Bepino del Bepi del Pancia, me nono l’era el Pancia e a noantri i ne diseva i Panceti.
Da buteleti se zugava a s-cianco in strada mi no partecipava mia e guardava i amici zugar, g’avea otto dieci anni. Ad un certo punto ho sentio un s-cioco e il vetro della porta dove ghera scrito Barbiere si è rotto.
Ė vegnu fora el barbier:
- “Ti taglio u collo, ti taglio u collo” -
Mi via ... infila el giardinetto e cori su [in casa] e sento
-“Ti ammazzo, ti taglio u collo” -

Son ‘ndà su all’ultimo piano, spaventà ho vardà da la finestra …
L’era picolo sto barbiere. El sa girà, la guardà in su:

-“Sei fortunato tu perché sei figlio di Beppe il Galantuomo” –

Lu el ghe ciamava a me papà Beppe Galantuomo!
Perché quando lù lè vegnù da Napoli me papà el gà trovà du localeti e me mama qualche volta la ghe portava un piato de minestra o … cioè erimo poveri ma g'aveimo el senso del dono, de la carità …e quando l'è sta lì el sa ricordà … ma la scena !

(continua)

Frontespizio della pagella scolastica di Angelo Ballini
promosso in Terza Elementare -  22 giugno 1931 -
F.to La Direttrice: Fistarol Margherita

lunedì 27 febbraio 2012

Intervista a BALLINI ANGELO nato a Grezzana il 5-11-23

Foto di propr. Angelo Ballini
Figlio di GIUSEPPE BALLINI primo sindaco di Grezzana.

Angelo Ballini con la moglie signora Maria

Mio padre fu nominato Sindaco del Comune di Grezzana con nomina del Prefetto di Verona.
[Angelo mostra la nomina che porta la data 26-7-45. Ndr]. Restò Sidaco per tre anni, gli anni del dopoguerra.
Operaio, grande lavoratore, galantuomo. Una famiglia di nove figli, doveva lavorare parecchio, però era sempre ottimista, generoso col prossimo, era ben inserito nella comunità di Grezzana.
Un suo e mio rilievo: a Cerro c’era una festa con Renato Gozzi. Avevamo lavorato per spingerlo come Sindaco. Mio papà doveva dare il posto di Sindaco a Gozzi.
Sala piena, battimani, e dicono: “Vi presentiamo Renato Gozzi primo Sindaco di Grezzana”.
Gozzi non è stato il primo Sindaco ma il secondo ... non Gozzi,  bensì Giuseppe Ballini.

Angelo ci mostra la rivista Pantheon e un articolo a firma Marco Ballini.

Giuseppe Ballini diede vita a una Cooperativa di facchini che era richiesta dalle Ferrovie dello Stato. Si chiamava La Concordia e fu fondata al Porto San Pancrazio, all'Osteria del Cencio.

dalla rivista Pantheon luglio-agosto 2010 articolo a  firma Marco Ballini

Nomina prefettizia a Sindaco di Grezzana

domenica 26 febbraio 2012

RITROVO POMERIDIANO DELLE ANZIANE DI POIANO


Fotografia presentata dal Gruppo Cittadini di Poiano
alla Mostra Fotografica del CiViVi 1991

sabato 25 febbraio 2012

NOVAGLIE

Novaglie 1970 - Sistemazione del Monumento ai Caduti
Foto presentata da  F. Guglielmi
alla Mostra fotografica del 1991

venerdì 24 febbraio 2012

LUIGI ROSSI e la sua villa di Quinto

Luigi Rossi (Verona 1867 – Roma 1941) è stato un avvocato, giurista e politico italiano.
Professore di diritto costituzionale all'Università di Bologna, fu eletto deputato per il collegio di Verona nella XXII, XXIII, XXIV, XXV e XXVI legislatura del Regno d'Italia. Dopo aver insegnato anche all'Università di Roma fu Sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione.
Fu inoltre Ministro dellee Colonie nel del primo governo Nitti e nel quinto governo Giolitti nel 1919-21 e Ministro della Giustizianelprimo governo Facta, nel nel 1922 […]
Da Wikipedia


Architetto Paolo Rossi de’ Paoli - Era figlio del professore veronese, nonché deputato e ministro, Luigi Rossi. Paolo nasceva a Bologna e risiedeva a Roma. Compiva parte dei suoi studi a Domodossola presso i padri Rosminiani. Ogni anno soggiornava a Verona, nella villa paterna di Quinto di Valpantena, vicino alla chiesa parrocchiale; villa poi venduta  al CEIS, come sede per il ricupero dei tossicodipendenti. Dopo la morte della madre si sposò ed ebbe una figlia, Laura. Visse a Roma

 
Quinto Villa Rossi

Paolo Rossi de’ Paoli fu architetto molto attivo in tante città italiane. A Verona progettò il Tempio Votivo; iniziato l’ 8 dicembre 1950, fu inaugurato l’8 dicembre 1952 e consacrato dal Vescovo Urbani nel 1958,
Rossi de’ Paoli fu l’autore del  progetto della  Chiesa della Madonna di Lourdes a Forte San Leonardo.
Molto stimato a Roma dalla Commissione per l’Arte Sacra e presso il Ministero dei Lavori Pubblici progettò diverse chiese e grandi complessi di edilizia popolare. Ne indichiamo soltanto alcuni: la ricostruzione della cattedrale di Benevento bombardata nel 1943 con posa della prima pietra nel 1950 e il Palazzo Vescovile, la Chiesa dell’Annunziata a Frosinone, palazzi INA in varie città, l’edificio degli Uffici Finanziari (ex Casa del Fascio) e il Palazzo del Tribunale (1939) a Bolzano, l’edificio ospitante la Scuola delle Forze di Polizia a Roma al Salario , progettato come istituto religioso nel 1930, il Quartiere CEP a Cagliari.  Nel 1937 progettò la sistemazione di Corso Porta Nuova che però si fermò al Palazzo dell’INA.
Era Membro dell’INU e nell’imminenza della liberazione di Roma, con altri architetti, ingegneri ed urbanisti di tale  Istituto scrisse il trattato Aspetti urbanistici ed Edilizi della Ricostruzione un contributo articolato in 69 punti, pubblicato tra il 1944 e il 1945.
Lo studio esamina tre aspetti : agricolo, industriale e commerciale, turistico ed ambientale  connessi alla ricostruzione e affronta l’urbanistica e l’edilizia dei centri urbani grandi, medi e piccoli, dei luoghi storico-artistici e dei luoghi di soggiorno e cura.

 
Villa Rossi a Quinto
Cartolina dall'Archivio fotografico Accademia Agricoltura Scienze e Lettere di Verona
a firma P. Rossi

giovedì 23 febbraio 2012

CONTRADA MARONI

Contrada Maroni sul valico tra la Valpantena e la Valle di Squaranto
La fotografia di Antonella Morbioli è stata presentata alla Mostra 1991: Valpantena, quale futuro?

mercoledì 22 febbraio 2012

BAMBINI DI VALPANTENA



QUINTO GIOCHI IN PIAZZA

Giro girotondo casca il mondo casca la terra ... tuti giù per terra!
Fotografie per gentile concessione A.M. Fenzi di Quinto

martedì 21 febbraio 2012

VALPANTENA E IL CAMBIAMENTO

Fotografia che risale presumibilmente a fine anni Ottanta
Ingrandendo si nota che il grande complesso condominiale Giulia di Quinto
non era ancora stato edificato ma erano iniziati i lavori di sterro.

lunedì 20 febbraio 2012

Il Convegno promosso dal CiViVi Valpantena nel 1991
con l'Ottava Circoscrizione, l'Assessorato all'Ecologia del Comune di Verona e Italia Nostra
Nella fotografia:
Marisa Venturi del CiViVi, il nostro compianto scrittore e geografo Eugenio Turri,
il Presidente della Circoscrizione Romano,
l'Assessore all'Ecologia De Robertis,
il Presidente di Italia Nostra Massignan,
Giorgio Chelidonio Ricercatore esperto di Preistoria

L'OLMO DE LA CROSARA




In occasione della prima mostra fotografica allestita da CiViVi Valpantena con il Convegno: "Valpantena tra passato e futuro" anno 1991 il poeta dialettale  Luigi Ederle ci ha mandato due foto e un suo componimento.

domenica 19 febbraio 2012

La chiesetta della villa Murari della Corte Bra a Nesente.
Secondo il Cristofoli trattasi della Villa Pasini disegnara dal Cristofori (1718-1788)

Fotografie e testo di Cesare Raveani per la Mostra fotografica CiViVi 1991



ANCORA IL GIRO D'ITALIA

Il giro d'Italia transitò sulla Verona-Bosco nel 1957, 19 maggio,  con gara a cronometro individuale di 28 Km - vinse  Charly Gaul, lussemburghese. Il Giro d'Italia fu invece vinto da Gastone Nencini.



Marzana - Via Valpantena, imbocco strada per Sezano.
Sulla tabella c'era la scritta "Ufficio del Dazio più prossimo Comune di Quinto".

Anche l'anno successivo ci fu il passaggio del Giro d'Italia con la Tappa Cesena-Boscochiesanuova di 249 Km. Vinse la tappa il solito Charly Gaul, lussemburghese che si piazzò solo terzo nel Giro che fu invece vinto dall'Italiano Ercole Baldini.

sabato 18 febbraio 2012

CARNEVALE DI MARZANA CORALE MASCAGNI 1949

Con la fisarmonica al centro è Renato A. - con il cembalo Luciano M. - con il cilindro e il bastone Gino M. - Chitarrista n. 1 Formenti - Chitarrista 2 Elisgio S.
Lo sposo: il Boeto
La sposa: il Placido (?)
Testimone dello sposo Gianni V.

venerdì 17 febbraio 2012

ANNI OTTANTA CARNEVALE DI POIANO








Fotografie presentate alla Mostra Fotografica CiViVi  1991
 dall'Associazione  Corte Martino Martina di Poiano

giovedì 16 febbraio 2012

COLONIA AGRICOLA PROVINCIALE 1925

Cartolina del 1925 Colonia Agricola Provinciale Quinto-Marzana
In questa cartolina è visibile l'edificio che ora ospita la palestra delle Scuole Caperle.
Si notane le colline completamente spoglie. La legna veniva utilizzata come combustibile.

Dall'intervista del 2010 a Giulia Zanini vedova Colla classe 1928 Poiano:

"Per far el fogo se netava le sese. I era sempre nete cossì!"


mercoledì 15 febbraio 2012

Ha lasciato la sua terra di Valpantena la nostra  informatrice storica Rina Filippi classe 1927, lucida testimone di tanti avvenimenti e gentile affabulatrice da un luogo privilegiato: l'Osteria del Due a Poiano.
Di storie da raccontare ne aveva ancora tante.





La vogliamo salutare con le sue parole:
Da una nostra intervista del febbraio 2010:

"Qualche matina i catarà la porta serà e l’è bruto par ci resta ma mi finisso in ostaria. L'è casa mia.
No ho mai magnà pan nero, mai patio la fame ma avaria tirà cinghia  par un po’ de libertà."

Ciao Rina, ci mancherai.

Il CiVivi e la Valpantena

martedì 14 febbraio 2012

sabato 11 febbraio 2012

CERCHIAMO FOTOGRAFIE E RICORDI DELLA BASSA VALPANTENA

Ai nostri lettori:
Siamo ormai a 13000 visite in un anno. Ci seguono con buona frequenza dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Russia ma anche da paesi lontanissimi.
Ci hanno scritto persino  dal Brasile, alla ricerca delle radici familiari.
Il nostro lavoro richiede una applicazione quasi quotidiana, di cui però siamo estremamente orgogliosi.
Ci siamo dati un compito: restituire al territorio ciò che al territorio appartiene.
La storia, i ricordi e le immagini. Se vorrete collaborare con le vostre fotografie o i vostri ricordi ve ne saremmo grati.
Le fotografie e i contenuti, molto democraticamente, li rendiamo disponibili. Noi però citiamo sempre la fonte e la proprietà delle immagini e dei ricordi (se segnalata). L'unica cosa che vi chiediamo è di fare altrettanto.
Un grazie a tutti
Marisa e noi dell' Associazione  CiViVi Valpantena

CHIESA DI QUINTO negli anni Cinquanta

Cartolina Perprunner

venerdì 10 febbraio 2012

QUINTO DI VALPANTENA ANNI CINQUANTA


Cartolina Perprunner anni '50

Si nota la grande ferita della cava sopra la Nasse di Quinto, l'assenza della Casa di Cura (Villa Zenatello era ancora residenza privata) e il lavoro meticoloso di aratura dei contadini del fondo Signorini. Si nota anche la texture del muro del brolo che circondava il fondo formata da ciottoli e sassi recuperati dallo spietramento dei campi  e dal letto del progno.

lunedì 6 febbraio 2012

IL DISEGNO DI ETTORE FAGIUOLI - UNA FONTANA PER GREZZANA

Ettore Fagiuoli dopo il biennio a Padova e l'Accademia di Brera a Venezia fu attivissimo architetto veronese oltre che scenografo e incisore. Realizzo in città parecchie opere. Le più note sono: il garage Manin, le case Liberty di Borgo Trento, la partecipazione al progetto della casa girevole Il girasole di Marcellise, la scenografiaa dell'Arena per l'Aida di Verdi del 1913, anniverario della morte del musicista. Questa nota ci serve per introdurre un progetto, mai realizzato, che riguardava Piazza Ederle a Grezzana: una monumentale fontana alta tre metri.



Sul disegno conservato nell'Archivio Comunale riorganizzato dal Prof. Zanini è scritto:
«L'anno VII dell'era fascista, essendo podestà di Grezzana Ottorino Cometti, compiuto l'auspicato acquedotto, venne eretta questa fontana a spese del Comune e di privati cittadini su disegno dell’Arch. Ettore Fagiuoli"


Progetto di Ettore Fagiuoli per una fontana a Grezzana
Da Il Pantheon gennaio-febbraio 2010
Immagine dal sito La Veja

domenica 5 febbraio 2012

PASSA IL GIRO D'ITALIA

Tutto cominciava con lo stupore: "Eto sentio? El Giro el passa de qua".
Poi, le sere precedenti, con la vernice bianca, i ragazzotti di Quinto e Marzana scrivevano sull'asfalto gli evviva per i loro favoriti.
Nelle osterie e nei bar (le prime frequentate dagli anziani e le altre dai ragazzi) non si discuteva d'altro e si facevano scommesse. C'era chi aveva la Gazzetta dello Sport e ne sapeva più degli altri.
Poi tutti in strada, meno le madri di famiglia che non dovevano farsi vedere a perdere tempo in "robe da butei". Una sbirciatina dalla finestra o dall'antiporta (la finestra a vetri dei piani bassi) la riservavano, però.


Foto Archivio Arturo Slemer - Marzana anni 1957 o 1958

venerdì 3 febbraio 2012

CANDELE BENEDETTE e LITANIE

I fulmini facevano paura perchè il lavoro del mezzadro e del contadino costringeva all'aperto tutto il santo giorno; poteva capitare un temporale e c'era chi ci aveva rimesso "la menega" per colpa del fulmine.
Le donne di casa, come abbiamo raccontato nel post precedente, al sentore dei primi tuoni scrutavano il cielo e se era il caso accendevano le candele sacre e bruciavano rametti di ulivo benedetto.

Dall'intervista alla Signora Annarosa Berton Lista di Poiano

In biglietteria del Lista a Poiano: Una volta è passato un fulmine dalla biglietteria ed è andato a scaricarsi con grande fragore sulle rotaie del tram. Si è rotto l’impianto elettrico della biglietteria e … un botto!!! Si è spento tutto. Uno spavento.

Dal racconto di Tina Allegri di Quinto

I fulmini una volta facevano più paura. Arrivava la sitta (saetta) e dopo te aspettavi el ton. Le sitte mi sembravano "più grandi" di adesso. Saltava la luce e restavi al buio, a volte per ore. Mi ricordo quella volta che  la buteleta  è caduta in bottega e si è ferita con un chiodo. C'era tanto sangue e lei era piccola ... Al buio non si vedeva bene, la candela faceva poca luce e la bambina piangeva.
Che spavento!
La Barbarina, mia suocera, recitava la litania: "Santa Barbara e San Simon protegete da le site e dal ton". 

giovedì 2 febbraio 2012

A LA SANTA CANDELORA DE L'INVERNO SEMO FORA MA SE PIOVE O TIRA VENTO DE L'INVERNO SEMO DRENTO

Questo era un detto comune per indicare una festività La Candelora che ha le sue origini in antichissime feste pagane di purificazione. La Chiesa ha sostituito i riti dei  Lupercali, che si svolgevano a Roma,  in onore della dea Februa, con la Purificazione di Maria.
Nel 380 circa una tal Egeria effettuò un viaggio di quattro anni in Terrasanta e nell' Itinerarium Egeriae, racconta della Festa del Lucernale con le fiaccolate rituali che si facevano nei Lupercali. 
Racconta: "Si accendono tutte le lampade e i ceri, facendo così una luce grandissima" (Itinerarium 24, 4).
Per le tradizioni celtiche questa ricorrenza viene chiamata invece Imbolc (da imbolg - nel grembo) e risulta particolarmente legata alla triplice dea Brigit (o Brigid), divinità del fuoco, della tradizione e della guarigione; anche questa festa venne poi trasformata in età cristiana e il ruolo della Dea affidato alla figura di santa Brigida. Imbolc cadeva il 1° febbraio tra il Solsizio d'inverno e l'Equinozio di Primavera. Anche durante questa festa venivano accese candele.

Da noi le candele benedette in Chiesa, durante le celebrazioni della Candelora venivano conservate perchè venivano accese in caso di eventi straordinari; tener lontana la grandine e proteggere dai fulmini, ad esempio. Questo è il ricordo degli anziani.