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lunedì 28 febbraio 2011

A QUEI DE LA VALPANTENA LA MERENDA GHE SCUSA DA SENA

Era raro che si uccidesse una gallina. Faceva le uova.
Se uccidevano una gallina si diceva:
“O l’era malà la galina o l’era malà quel che el la magnava.” 
Si mangiava la minestra, la fugassa, la polenta nel late  o el pan nel late, polenta co 'n s’ciantin de companadego. Un tocheto de formaio. Ai omeni i ghe portava el maiar nei campi.
Si mangiavano i piccioni, erano allevati apposta, ma i era duri.D’estate si faceva merenda con un arzimo de ua, un toco de fogassa, 'na bruscà de marasche. Se el nono andava al marcà a Gressana el portava qualche feta de anguria.
G'aveimo do vachete che le faséa anche da bò (da tiro ndr) e se faséa un poco de formaio. Le vache i era a metà col paròn. Anca el porco.
El formaio nò, non lo davimo al paron. Da magnar no mancava mia, qualcosseta gh’era sempre.
D'inverno le giornate i era curte e se magnava bonora.
Marisa: C’era un detto:
"A quei de la Valpantena la merenda ghe scusa da sena"

Damiano Rubele nato in local. Pigno di Vendri nel 1939

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