Il muro serve a recintare, delimitare, sostenere. Esistono tipi di muro diversi perchè diverse sono le funzioni. Qualcuno potrebbe accontentarsi della funzione del muro, invece noi vogliamo prendere in considerazione anche il lato estetico.
Detto altrimenti, noi vogliamo che il muro "sia bello".
Debba cioè rispondere al alcuni requisiti, quali ad esempio l'essere costruito in blocchi di pietra, cementati o a secco, alternati nelle successive serie e comunque disposti in modo da offrire un senso di equilibrio nel loro insieme, negli incastri, nelle dimensioni e nel tipo di pietra. E che il muro sia finito con una serie di pietre di copertura, tutte più o meno uguali come dimensioni, e generalmente un pò più grosse delle altre.
Una specie di cordolo ornamentale di pietra viva.
Così costruivano i vecchi muratori, inconsapevolmente, perchè l'esperienza della tradizione ha insegnato loro che un muro va costruito esattamente così. Un modello che, con funzione di recinzione di proprietà di broli, di limitazione di aree pubbliche, o di puro sostegno di terreni terrazzati (marogne) troviamo diffuso in tutta la fascia prealpina; manufatti solidissimi, certamente meno deteriorabili del cemento se molti di questi sopravvivono nelle nostre zone dal 1500 ed alcuni anche da prima.
John Ruskin, uno scrittore inglese del secolo scorso che la sapeva lunga in fatto di architettura e di buon gusto, scrive che un muro dovrebbe essere "sweet and lovely", come dire, un qualcosa che dia un senso di benessere e di serenità; distingue tra "muri morti" e "muri vivi".
Ora le nostre zone vanno protette, salvaguardate dalla costruzione di "muri morti", ossia di quelle muraglie di cemento, che in cattiva fede vengono proposte come accostamento di antico e moderno e vanno salvaguardate anche da parziali ricostruzioni di antichi muri mediante colate di cemento distribuite qua e là, aggiustamenti che rompono la continuità del manufatto e offendono il buon gusto.
Costruzione del muraglione per gli argini del progno in media valle, sopra Grezzana.
Foto impressa su lastra d'argento. Primo Novecento.
Archivio Arturo Slemer
Nel tentativo di salvare il salvabile non possiamo trascurare questo elemento del paesaggio poichè esso non è secondario; assieme alle antiche strade il muro è un elemento che ci permette di recuperare le tracce anagrafiche della nostra storia.
Giovanni Vidali
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