Come raggiungevano il mercato cittadino i contadini della Valpantena?
I contatti con la città, per chi abitava nella valle, erano quasi sempre contatti "obbligati", di lavoro, in genere per portare le merci al mercato. Ai mercati si collocavano i prodotti dell’agricoltura, dell’allevamento, del bosco e del piccolo artigianato.
In un regime di stretta economia non esisteva o era molto raro il muoversi per diletto.
Per la media e alta valle la mobilità era ostacolata dall’assenza di strade e dall’impraticabilità di quelle esistenti.
La Delegazione Censuaria per la preparazione del Catasto Austriaco annota nel 1826:
“Vi sono delle strade comunali e campestri. Quelle in pianura sono in manutenzione, quelle del monte sono di un’erta difficile.
Si praticano le une e le altre con biroccio, carro e bestie da soma; e per l’agricoltura in qualche località, come nei boschi e nelle scoscese dei monti, non v’ha altro mezzo di trasporto, che per ispalle d’uomo, e per sentieri quasi impraticabili...”
Per scendere a Verona si doveva ...”percorrere il torrente Progno mancando altra strada a tal uopo.... qualora non si volesse usare della strada superiore detta di Pojano che qualche volta è peggiore e più pericolosa del Progno stesso.....”
Nel 1828 il tratto mancante tra la Beccaria di Poiano e Quinto venne completato. Sempre però mantenendo il tracciato tortuoso per raggiungere anche Poiano; mancava ancora il completamento lineare Beccaria-Giardinetto.
Ma i mezzi di trasporto per i contadini erano sempre i carretti e i mussi o el caval de San Francesco, ovvero a piedi. I siori usavano le carosse.
liberamente tratto da Grezzana e la Valpantena, Villa Veneta, Miracolo Economico di E. Turri
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