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lunedì 28 marzo 2011

MODI DI DIRE

La disea la nona Carolina Camparo che la vegnea da Margiuni e l’è vegnua vecia a rosari e tabaco:  Sto mondo gnan una de iuste” .
Ma ela la credea nell’aldelà e la sperava.
E anca:
“La carità sempre farla e soprattutto mai domandarla”
“Se pol anca mostrar el cul, ma dedrio a la sesa”

“L’anno bon el gà ancora da vegnar”
Di chi sposa bene “La tacà  el capel”
Di uno che fa danni: “L’è come la roia (la femmina del maiale) ne la molonara (campo di meloni)”
Della forza della cooperazione: “Sete cani magna el loo” (lupo).
Sforzi immani: “L’è come ‘ndar arar con la vaca” – Aggiunge:  te toca urtarla.

Quando du grezi i se sposa se domanda in giro: “Com' ela la butela? “
Risposta:  “Sapa a tolto bail”

Avere poco o nessuna proprietà: “Ci no g'à ne orto ne porco ghe resta/va ia col muso storto”
“La sà lustrà”  si dice della vedova che aveva delle mire (sperava in un altro matrimonio)



Raccontato da Damiano Rubele detto anche El Mangi nato il 13 febbraio 1939 in loc. Pigno di Vendri

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