Chi siamo e dove andiamo noi...

* Le immagini e le fotografie del sito sono protette da copyright. Se ne consente l'utilizzo per uso personale, studio o consultazione*



Trascrizione dei testi dialettali: Talvolta potranno esserci errori o imprecisioni di trascrizione del dialetto; infatti il nostro dialetto a tutt'oggi non ha raggiunto uniformità di rappresentazione. Le fotografie (spesso non datate) provengono dalle raccolte di varie persone; in talune le date possono essere approssimative. Ci scusiamo con i lettori. Si prega di lasciare le eventuali segnalazioni nei commenti o di inviarle al nostro indirizzo mail: blogdellamemoria@gmail.com





domenica 20 marzo 2011

QUINTO - UN PO' DI STORIA

Quinto in cartolina alla fine dell'Ottocento - La Strà (Via Valpantena)
L'edificio della Circoscrizione ha ospitato il Municipio di Quinto, quando Quinto era Comune autonomo, il Dazio e le Scuole Elementari,

Toponimo di chiara derivazione romana può trovare significato dal quinto miliare: Quinto ab urbe lapidem (quinto miglio di distanza dal foro).
La Chiesa, attestata già nel 1400 come edificio di culto è stata restaurata nel 1921-23.  
A destra della piazza si può notare Casa Tagliapietra,  un complesso rurale del quattro-cinquecento ma con elementi stilistici successivi e la fontana neo-gotica, in origine affrescata.
La pedemontana ovest che passa a fregio della piazza è rimasta inalterata nel tempo, con i muri del brolo ancora integri per quasi tutto il tracciato dalla Chiesa alla Crose. Nascoste da ombrosi giardini,  villa Rossi, della fine del Seicento, e Villa Bertani, residenza dominicale ottocentesca, conferiscono alla piccola via un'aspetto signorile ed ameno. 
Dietro a Villa Bertani  si apre un bell’edificio rustico a corte, che conserva ancora la torre colombara (che è la parte più antica). I lavori di restauro, per adattare il rustico a civile abitazione, ne hanno modificato  le caratteristiche.
Scendendo, sulla sinistra dell’incrocio, all’interno di un cortile protetto da alti muri, si trova uno degli edifici più antichi di Quinto. La torre colombara tardo medievale, è stata demolita da un pezzo. Ne abbiamo una attestazione significativa da una mappa del Seicento. Di alcune emergenze cinquecentesche  abbiamo notizia diretta dal proprietario.

Salendo verso la collina, nascosta da un muro,  si poteva accedere fino a qualche anno fa, ad una bellissima fontana la cui storia è strettamente legata ad un mondo contadino in estinzione. Questa fontana, su proprietà privata ma con diritti pubblici è  stata privatizzata per incuria dell'amministrazione che non ha rivendicato il diritto all'acqua, diritto che apparteneva alla collettività.

LA LISSIA: A questa fontana le done de la Crose resentavano la lissia, fatta con l’antichissimo sistema della cenere tamisà col bigaròl che formava la broda in cui rimaneva immersa la biancheriaLa cenere sciolta in acqua bollente, aveva il potere di sbiancare.  
Alla sera  si provvedeva a pulire bene la fontana e con un passaparola si avvisavano i vicini che al mattino se dovéa resentar la lissia.
Tolto el cocon (il tappo) alla brenta si portavano i panni alla fontana per il risciacquo col caretto o con le ceste. Le donne di famiglia si mettevano el scossal, il grembiule, e sbattendo i panni e bruschinando con la spazzola di saggina, completavano la prima parte del bucato. Poi risciacquavano, passando da una vasca all'altra. 
La fontana che apparteneva alla comunità di Quinto è ora chiusa all'interno di una proprietà privata. Per alcuni anni il CiViVi ha provveduto con dei soci volontari a manutenere l'area della fontana.

Queste fontane, in pietra bianca della Valpantena, con più vasche per un uso razionale dell’acqua, furono  costruite in serie, su condotti preesistenti, verso la metà del 1800. 
In valle di fontane se ne trovano altre, anche se alcune  sono andate purtroppo perdute.

IL BROLO: Gli alti muri dei broli che servivano a proteggere le colture di pregio (alberi da frutta, viti e ortaggi), caratterizzano questa parte di territorio, e sono preziose ed eleganti testimonianze di una storia passata. La Valpantena fino al 1960 era costellata di queste presenze. Le pietre, prelevate dalle cave sulla collina  erano portate in loco dai carrettieri  o recuperate nei lavori di spietramento dei campi. Spesso si utilizzavano cocci e ciottoli, ma anche pietre lavorate, recuperate da edifici precedenti, talvolta anche molto antichi. In una economia di risparmio il riutilizzo era prassi. Ora, i nostri muri ci permettono di leggere il passato proprio attraverso i materiali con cui sono stati costruiti.
Proviamo ammirazione per  gli artigiani lapicidi che hanno costruito questi manufatti, selezionando e assemblando le pietre una a una; difficile trovare ai nostri giorni manodopera qualificata in grado di riprodurre la tessitura armonica e robusta di questi muri.
Solitamente agli angoli della proprietà veniva posto un piccolo capitello, una nicchia o una croce. Serviva ad invocare le benedizioni divine sul raccolto ma serviva anche come deterrente ai furti, ricordando a tutti che Dio ti vede.

VILLA ZENATELLO ORA VILLA S.CHIARA: All’incrocio, dove in passato si trovava sotto un grande gelso una stele portante una croce e una fontanella, si può ammirare la tardo-settecentesca Villa Zenatello (ora ampliata come  Casa di Cura).
La villa, in stile neo-classico misto, appartenne al tenore Giovanni Zenatello (1876-1949) che insieme alla moglie, il mezzosoprano spagnolo Maria Gay, amava soggiornarvi.
Con la moglie, dopo i successi internazionali, tornò a Verona per realizzare insieme a Serafin Rovato Bertolaso Cusinati la famosa Aida del 1913 che inaugurò la grande stagione lirica in Arena. Morì a New York ma fu sepolto a Verona.

LA CROSE DI QUINTO. Durante le celebrazioni del Corpus Domini e delle Rogazioni la processione girava intorno al gelso per scendere poi alla strada principale: la Strà, distinta però con la precisazione: dalla Merla (bar d'angolo ancora esistente alla piccola rotonda). L'altra Strà era quella principale, detta del Municipio. La toponomastica ha cambiato il nome alle vie ma per i vecchi abitanti il luoghi conservano ancora le vecchie denominazioni.


VILLA SIGNORINI già Preame a Quinto. Le terre intorno sono terre antiche e fertili, appartenute al Canonico  Giangiacomo Preame e conservano ancora l’aspetto generoso di terre di campagna, aspetto che poco si discosta da quello del passato.
La villa è stata ristrutturata nell’Ottocento. La cappellina è della seconda metà del Settecento.
Molto bello è il loggiato all'interno del cortile.

Tra Quinto e Clocego alla fine dell’ottocento è segnalata dall'Abate Pietro Caliari un’area detta
Palesago, che il Caliari  definisce landa deserta, ove furono ritrovate due tombe longobarde
con quattro inumazioni.
M.V.

La strada della Croce a Quinto - Foto Pernprunner anni '50



1 commento: