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giovedì 24 marzo 2011

VILLA ALLEGRI - ARVEDI DI CUZZANO



Villa Allegri Arvedi è la più grande villa veneta della provincia veronese, situata nella frazione di Cuzzano nel comune di Grezzana, nel mezzo della Valpantena e a circa 9 km da Verona.
E’ documentata la presenza di un edificio preesistente, del 1200, di proprietà dei Della Scala, succeduti  poi dai Dal Verme nel 1400.
Nel 1442, la Repubblica di Venezia confisca le proprietà dei Dal Verme che vengono  acquistate dagli Allegri, una famiglia all'epoca molto importante e gradita alla Serenissima.
L'edificio attuale, in stile barocco, venne realizzato su disegno dell'architetto Giovanni Battista Bianchi nel 1650.
La chiesetta di San Carlo Borromeo, ospitato in villa durante il suo viaggio verso Trento per il Concilio del 1485, è stata modificata nel 1717  e decorata con affreschi di Ludovico Dorigny.
Nel corso degli anni, la dinastia degli Allegri perdette gradualmente il proprio prestigio politico-finanziario, fino a quando nel 1824 Lucrezia, l'ultima discendente della nobile famiglia veronese, vende la villa al trentino Giovanni Antonio Arvedi.
Le parti più prestigiose della villa sono la sala dei Cesari e la sala dei Titani.
La sala dei Cesari: Al suo interno sono conservati degli affreschi cinquecenteschi, attribuiti a Paolo Farinati. Adiacenti si trovano altre due piccole sale  caratterizzate dalla presenza di soffitti lignei affrescati  e scene della mitologia attribuite ai pittori veronesi Sante Prunati e Giuseppe Falezza.
La sala dei Titani o grande salone d'onore, si trova al primo piano ed è stata affrescata da Ludovico Dorigny intorno al 1720 con scene mitologiche. La volta invece è opera del Bibbiena.
La villa, che domina la valle, gode di uno splendido  giardino all’italiana.

Il giardino all'italiana.
Nel XVI° secolo si diffonde il giardino all’italiana, concepito come continuazione dell’architettura dell’edificio.
Da giardino chiuso, raccolto tra alte mura protettive quale era quello medievale (horto incluso),  si passa via via ad architetture del verde  più aperte, ariose e ricercate.
Se le ville si aprono  e si proiettano verso l’esterno con i loggiati,  i giardini si arricchiscono con architetture verdi attentamente progettate e curate, che ben si sposano con la fastosità delle ville; giardini progettati da esperti giardinieri, maestri dell’arte topiaria  e perciò capaci di ottenere regolari o viceversa estrose architetture verdi dalle siepi, tagliate a regola d’arte.
Per questo lavoro esistevano architetti specializzati e giardinieri ben addestrati.
In genere il progetto corrispondeva a forme geometriche regolari e definite. Aiuole ed alberi impreziosivano il giardino secondo accurati schemi. Le varie parti venivano collegate tra loro da vasche con  giochi d’acqua, da grotte e ninfei; le siepi, creando nicchie o archi, che contenevano statue o reperti archeologici.
Si sceglievano terreni in dislivello, oppure lo stesso si creava artificialmente, con gradoni a scendere. Si ricavavano così prospettive di grande effetto scenografico, con terrazze, balconate e  belvedere.
Il brolo, che racchiudeva questo luogo di delizie, conteneva sempre sufficienti alberi da frutta ad uso della mensa padronale e dei capricci momentanei dei signori.

Questa generale descrizione ben corrisponde al giardino di Villa Allegri-Arvedi. L'ultima generazione degli Arvedi ha  recuperato tutto l'impianto del giardino.

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