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BLOG DELLA MEMORIA
STORIE E MEMORIE DELLA VALPANTENA
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Trascrizione dei testi dialettali: Talvolta potranno esserci errori o imprecisioni di trascrizione del dialetto; infatti il nostro dialetto a tutt'oggi non ha raggiunto uniformità di rappresentazione. Le fotografie (spesso non datate) provengono dalle raccolte di varie persone; in talune le date possono essere approssimative. Ci scusiamo con i lettori. Si prega di lasciare le eventuali segnalazioni nei commenti o di inviarle al nostro indirizzo mail: blogdellamemoria@gmail.com
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lunedì 16 marzo 2015
giovedì 12 febbraio 2015
mercoledì 11 febbraio 2015
CHI ERA ROSA BIANCA CARLINI
Lunedì pomeriggio si è spenta a Novaglie
Rosabianca Carlini, conosciuta in Valpantena come Rosetta Carlini.
Nata nel 1912 a Nesente, è stata per la Valpantena punto di riferimento durante e dopo la guerra e ha continuato il suo servizio ai poveri fino al 1984.
Rosetta Carlini è riuscita a farsi rispettare da tutti grazie alla sua onestà intellettuale e alla grande attenzione verso gli altri.
Nata nel 1912 a Nesente, è stata per la Valpantena punto di riferimento durante e dopo la guerra e ha continuato il suo servizio ai poveri fino al 1984.
Rosetta Carlini è riuscita a farsi rispettare da tutti grazie alla sua onestà intellettuale e alla grande attenzione verso gli altri.
Fu la prima donna della Valpantena iscritta
alla Democrazia Cristiana, sezione di Santa Maria in Stelle, nel 1945; ha sempre
conservato con orgoglio la tessera firmata da Alcide De Gaspari. Fu
insignita, nel 1972, dell'onorificenza di Cavaliere dell'ordine al merito della
Repubblica.
I genitori di Rosabianca
Carlini avevano un negozio di generi alimentari a Nesente, che Rosetta ha
continuato a gestire con la sorella Maria e il cognato fino agli anni Ottanta.
Rosabianca si è sempre prodigata per aiutare il
prossimo, durante la guerra ma anche dopo.
A lei la nostra riconoscenza.
A lei la nostra riconoscenza.
Dalla ricerca del CiViVi sulla mobilità
della vecchia Valpantena (ai tempi del tram) che ha prodotto lo spettacolo "Dai Nina che nemo a Verona …" abbiamo conservato l'intervista che la
nipotina Maria ha fatto alla nonna alcuni anni fa.
La pubblichiamo.
La pubblichiamo.
Intervista di Maria Verdari a Rosabianca Carlini di
anni 99 di
…
Il biglietto (del tram) si comprava in vettura,
dove c’era il controllore.
Prendevo il tram per andare a Verona e a
Grezzana.
Per prendere il tram dovevo andare a piedi fino a
Poiano.
Nesente era quasi come adesso, mancavano solo le
case nuove e i giardini, e poco altro. C’erano però molti giovani perché
le famiglie erano molto numerose.
I giovani della Valpantena guardavano alla città
come occasione di lavoro. Per esempio volevano andare a lavorare nello stabilimento
Rossi o Tiberghien. Di preferenza andavano al Tiberghien perchè (i proprietari)
erano francesi e pagavano di più.
I cittadini che conoscevo erano le insegnanti della
scuola elementare di Novaglie. Tra i cittadini che abitavano occasionalmente a
Nesente c’era il Conte Murari e la Signora Salvetti ...
Sono
tante le persone anziane che ci hanno lasciato e alle quali va il nostro
pensiero e il nostro affetto: la Rina del Du, la Tina Allegri … ora
anche Rosabianca.
Finché conserveremo e custodiremo il loro ricordo e gli scampoli biografici della loro
lunga vita, queste meravigliose donne, forti e generose, saranno sempre con noi.
lunedì 22 dicembre 2014
BUON NATALE A TUTTI I LETTORI
martedì 16 dicembre 2014
COLONIA ORFANI DI GUERRA ORA SCUOLA CAPERLE
domenica 14 dicembre 2014
mercoledì 10 dicembre 2014
IN CERCA DELLA FONTANA DELLE STRIE
9 dicembre 2014 con la classe Prima della Scuola Caperle Muri del brolo di Villa Balladoro |
La vasca esterna di raccolta dell'acqua |
Panorama dalla stradella della Molinara - conca di Villa Balladoro |
martedì 9 dicembre 2014
da LA FONTANA DELLE STREGHE - a cura del C.R.E.A. Legambiente, editore Cierre 1988
IL MAGICO NELLA BASSA VALPANTENA
Dall'uscita di questa mattina con la classe prima delle Caperle:
A quale conca alludeva? A quella di Nesente o a quella dei Balladoro?
La villa Balladoro-Malfatti, del Seicento, è una delle più belle della valle. Alle sue spalle si possono esplorare i freschi boschetti che le fan da corolla e si può sostare alla fontana di Franzago cercando anguane e striosse, fade e ninfe ... Magari anche del Bissogaleto, animale alquanto strano, essere volante nato da un uovo di gallo che con la saliva poteva sciogliere gli umani e farli scomparire.
Si diceva: “Sta lontan da la fossa parchè gh'è le Anguane ”. Un modo per proibire ai bambini luoghi pericolosi, come fossati, progni o vasche di raccolta dell'acqua piovana.
Le osservazioni dei ragazzi sulla villa: bella, signorile, grande, assomiglia a Villa Arvedi, vecchia, cadente, abbandonata, disabitata ...
Le emozioni: idea di pace e di bellezza, di tranquillità, di grandezza, di tristezza, di trascuratezza (dovuta all'abbandono vero o presunto)
Gli odori e i rumori del bosco percepiti: lo scorrere dell'acqua, il fruscio dei passi sulle foglie, i nostri discorsi e le nostre voci …
Le interferenze: immondizie abbandonate nei pressi della fontana, il motore (forse) di un'auto. L'invaso della vasca ormai occupato dalla "marcita". Ci siamo ripromessi di fare pulizia della vasca a primavera.
Le presenze: gli alunni, le insegnanti e la Dirigente Scolastica, le signore del CiViVi e … uno scoiattolo
Le interferenze: immondizie abbandonate nei pressi della fontana, il motore (forse) di un'auto. L'invaso della vasca ormai occupato dalla "marcita". Ci siamo ripromessi di fare pulizia della vasca a primavera.
Le presenze: gli alunni, le insegnanti e la Dirigente Scolastica, le signore del CiViVi e … uno scoiattolo
Le presenze magiche dei racconti: strie, anguane, fade, bissogaleto, diaolo …
Le storie che avete pensato: queste scrivetele voi alunni perché erano troppe per ricordarle tutte! Qualcuno ha raccontato di fate danzanti intorno all'acqua, altri hanno immaginato le lavandaie che facevano il bucato, ci par di ricordare una storia di uomini forzuti … e via discorrendo.
Inviateci i testi a: blogdellamemoria@gmail.com
L'appuntamento: ci rivedremo dopo le vacanze di Natale per raccontare le storie già raccolte dagli storici e dai ricercatori e magari sentire da voi quelle che avete raccolto dai vostri nonni.
Inviateci i testi a: blogdellamemoria@gmail.com
L'appuntamento: ci rivedremo dopo le vacanze di Natale per raccontare le storie già raccolte dagli storici e dai ricercatori e magari sentire da voi quelle che avete raccolto dai vostri nonni.
Dei
Balladoro dal 1650. Ristrutturarono un edificio preesistente, forse una
casa-torre. La cappellina barocca è del 1694.
E’
certamente la più bella villa della valle insieme a Villa Allegri-Arvedi.
A fine
Ottocento, l’Abate Pietro Caliari in apertura del suo romanzo Angiolina, sullla storia del rapimento
di Angiolina Lonardi a Cà Nova di Poiano, scrive:
"...
in una conca fresca e fiorita di verzieri si distende il beato paesello di
Novaglie... e di là presso la chiesa si ammira uno dei più magnifici panorami
che si possano immaginare..."
A quale conca alludeva? A quella di Nesente o a quella dei Balladoro?
Poco
importa, su entrambe c’è molto da dire.
E perciò invitiamo coloro che amano la natura, gli estimatori della
bellezza e dell’armonia, i sognatori e i poeti a soffermarsi su entrambe.
La più integra e perciò di grande suggestione è
la conca di Villa Balladoro.
Questi
terreni che già appartennero alla Fattoria Scaligera si aprono su Campagnola,
con il complesso Massergo-Ruffoni. Trattasi quest'ultima di villa padronale rustica, ora
divisa da strade ma in origine complesso unico a corte chiusa circondata da
pertinenze e annessi.
Interessante all'incrocio è il pozzo diviso a metà (una parte sulla strada e una parte in proprietà privata) per una vecchissima storia di diritto a prelevare l’acqua. Gli abitanti potevano prendere l'acqua soltanto prima del calar del sole. Dopo il tramonto era permesso soltanto alla proprietà.
Passata
la chiesetta si scoprono stradine tranquille in un paesaggio sereno.
La villa Balladoro-Malfatti, del Seicento, è una delle più belle della valle. Alle sue spalle si possono esplorare i freschi boschetti che le fan da corolla e si può sostare alla fontana di Franzago cercando anguane e striosse, fade e ninfe ... Magari anche del Bissogaleto, animale alquanto strano, essere volante nato da un uovo di gallo che con la saliva poteva sciogliere gli umani e farli scomparire.
Intorno a la cità son vallicelle
E più giardini dal monte e dal piano
Con varii frutti e allegre fontanelle
Che danno gran piacer all’uso umano.
Corna da Soncino rimatore del 1400
I
ragazzini della Primaria di Novaglie hanno vinto nel 1988 il primo premio di
Legambiente per una storia ambientata in questo boschetto magico dove non è
difficile immaginare presenze magiche. Chiudete gli occhi e immaginatevi soli;
ascoltate la voce dell’acqua e del bosco ma anche i rumori e i suoni che non
sapete identificare. L’urlo di una civetta o di un allocco forse anche voi lo
scambiereste per l’urlo di una stria!
Si racconta una storia su questa fontana: una donna che lavava i panni specchiandosi nell’acqua e vedendo come la vita misera che conduceva l’aveva ridotta, si buttò nella vasca, annegando. “L’ha visto la stria!” significando “era cosi povera e denutrita che aveva le allucinazioni”.
Si racconta una storia su questa fontana: una donna che lavava i panni specchiandosi nell’acqua e vedendo come la vita misera che conduceva l’aveva ridotta, si buttò nella vasca, annegando. “L’ha visto la stria!” significando “era cosi povera e denutrita che aveva le allucinazioni”.
Noi
Veneti abbiamo nella nostra tradizione delle presenze magiche specifiche, strettamente collegate all’acqua, alle vasche di raccolta delle acque
meteoriche, al Progno Pantena, alle fontane, alle sorgenti: le Anguane.
Di loro
si sono raccontate tante storie. Sono figure magiche con una loro costante presenza nella cultura
orale; affondano radici probabilmente nel mondo dei Reti.
Fra Giacomino da Verona rimatore della seconda metà del 13° secolo esclamava:
Fra Giacomino da Verona rimatore della seconda metà del 13° secolo esclamava:
“Né
sirena né aiuguana né altra cosa che sia …”
Si diceva: “Sta lontan da la fossa parchè gh'è le Anguane ”. Un modo per proibire ai bambini luoghi pericolosi, come fossati, progni o vasche di raccolta dell'acqua piovana.
Si diceva
anche, e si dice ancora oggi di persona che grida: “Te
sighi come n' anguana” .
Le anguane, presenti nella tradizione su
una vasta porzione pedemontana e montana di territorio che va dalla
Valcamonica all'Istria, erano (nella fantasia popolare) esseri urlanti capaci
anche di cantare in maniera soave e seducente.
Uscivano
dall'acqua in forma umana o in forma mostruosa, mezza donna e mezzo serpente
con leggere variazioni di sembianze da luogo a luogo. Potevano volare,
essendo dotate di ali. Gli anziani della nostra zona, la bassa Valpantena, hanno raccontato che le anguane erano “brute bestie adrio a l’aqua”.
Potevano
aiutare le persone e dispensare il dono della fertilità alle donne sterili e per
questa ragione le donne si bagnavano nelle sorgenti. Se maltrattate le Anguane potevano
lanciare pesanti maledizioni. Non ricordavano il passato ma sapevano predire il
futuro.
Ci sono
storie di unioni tra anguane e umani. Qualche storia la troverete nei libri indicati nella scheda bibliografica.
Altre
presenze magiche, oltre alle già citate streghe, anguane e bissogaleto (che con il soffio o la saliva faceva scomparire la persona che lo avesse avvicinato) nella nostra bassa valle si raccontava di orchi famelici. Venivano associati ai diavoli ed era
difficile per noi bambini coglierne la differenza. Temevamo entrambi.
Sulla strada pedemontana per Poiano, ad esempio, c'era “el sasso del diaolo” a limitare lo spazio di libero movimento dei bambini, affinchè non si allontanassero troppo dalla contrada incorrendo in pericoli; da lì cominciava una zona disabitata.
Altre raccomandazioni ai bambini della contrada Malfatti di Quinto, dove sono nata: “Atenti, no 'ndè al progno, da le poce ven fora le anguane!”
Sulla strada pedemontana per Poiano, ad esempio, c'era “el sasso del diaolo” a limitare lo spazio di libero movimento dei bambini, affinchè non si allontanassero troppo dalla contrada incorrendo in pericoli; da lì cominciava una zona disabitata.
Altre raccomandazioni ai bambini della contrada Malfatti di Quinto, dove sono nata: “Atenti, no 'ndè al progno, da le poce ven fora le anguane!”
E a
quelli di Novaglie avranno detto “Soto la sengeta ‘ndo ven fora l’aqua ghe le
strie che le te ciapa!"
Queste notizie potete trovarle anche in post più vecchi pubblicati su questo blog, insieme alle foto di altre fontane della Valpantena.
CiViVi Valpantena
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lunedì 1 dicembre 2014
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venerdì 28 novembre 2014
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Foto proprietà Stefano Vassanelli Il centro valle è completamente integro e ancora a destinazione agricola fino a Grezzana. |
giovedì 6 novembre 2014
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giovedì 30 ottobre 2014
ASILO DI QUINTO DI VALPANTENA
Non ho notizie ne date certe per questa fotografia di proprietà Stefano Vassanelli. Accettiamo con piacere segnalazioni e ricordi. blogdellamemoria@gmail.com |
venerdì 24 ottobre 2014
SIGNORE DI QUINTO FOTOGRAFATE DAVANTI A VILLA FURLOTTI-VASSANELLI 1950 (?) circa
venerdì 17 ottobre 2014
VOLA VIA LA PAGLIETTA … 1938 (?)
giovedì 16 ottobre 2014
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martedì 14 ottobre 2014
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lunedì 6 ottobre 2014
SCIARE IN LESSINIA
domenica 5 ottobre 2014
SONO ALLA RICERCA DI NOTIZIE SU QUESTA FOTO
Proprietà S. Vassanelli Non sono riuscita a collocare i personaggi a parte la signora in nero, con la borsetta: Virginia Formenti sposata Turri di Clocego. |
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Dall’anno 1933 nell’Italia chiunque si iscriveva alla scuola elementare, ne faceva automaticamente parte. Successivamente, a partire dal 1936 l'iscrizione avvenne direttamente al momento dell'iscrizione all'anagrafe, alla nascita. Per approfondimenti v. Opera Nazionale Balilla su Wikipedia
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