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giovedì 28 aprile 2011

DAI NINA ... Intervista di Andrea della Primaria di Novaglie al nonno Piergiorgio.

Il nonno Piergiorgio che ha quasi ottant’anni, quando era giovane usava spesso il tram della Valpantena per far visita ai suoi parenti, a Lugo (quindi da Grezzana a Lugo andava a piedi Ndr)
A Porta Vescovo, dove adesso c’è il negozio (che era della Maio e ora ci sono dei negozianti della Cina Ndr) c’era la stazione dei tram che andavano a Grezzana, a Tregnago e a San Bonifacio.
Il tram era gestito dalla SAER (Società Anonima Elettricità Romagnola) ma che i veronesi dicevano “Salti alti e ropetoni”.
Il tram funzionava con l’elettricità, qualche volta aveva più vagoni.
Faceva molte fermate, nei paesi e nelle contrade. Il biglietto si comprava alla stazioncina oppure sul tram, direttamente dal bigliettaio.
Mio nonno conosce un tranviere che ora ha novant’anni e vive a Santa Croce. Si chiama Giovanni Signori.  (E' possibile intervistarlo e registrare il suo racconto? Nota del CiViVi)
Salire per la prima volta sul tram era molto emozionante, come prendere l’aereo.
Il nonno non abitava in Valpantena ma nella vicina Val Squaranto.
Ricorda che i paesi delle valli veronesi erano molto semplici, con case povere radunate intorno alla chiesa.
C’erano sempre i lavatoi perché nelle case non c’erano le lavatrici. Però la gente era buona, cordiale, accoglieva i passanti con un sorriso e un saluto.
I giovani giocavano nelle piazze o sulle strade perché non c’era traffico.
Il nonno ricorda che una volta fu coinvolto in un incidente tra il tram di Montorio e quello della Valpantena.
Nella discesa di Porta Vescovo si ruppero i freni del tram che veniva da Montorio e così il tram andò a sbattere contro quello che usciva dalla stazioncina per raggiungere Grezzana. Ci furono dei feriti e anche il nonno, che andava alle scuole superiori di Verona, prese tanta paura e una bella botta in una gamba.

I giovani della Valpantena non avevano molte aspettative; per lo più andavano a lavorare in campagna appena finita la quinta elementare e solo pochi potevano frequentare le scuole medie e superiori.



La vendemmia - Contadini della Valpantena
Foto Archivio CiViVi



La città era un ambiente molto diverso dal loro paese nativo e solo pochi andavano a Verona per divertirsi. Alcuni poterono farlo quando erano già adulti!
Quando dei cittadini arrivavano nei paesi tutti volevano avere  notizie della città e delle più belle cose cittadine come le vetrine dei negozi, i cinema, le più belle chiese, le novità portate dal progresso.
Alcuni cittadini si erano trasferiti in Valpantena durante la guerra per essere più sicuri e non dover subire le disgrazie dei bombardamenti.
Si percepivano delle diversità tra cittadini e paesani come il modo di vestire, di parlare, di essere più furbi e qualche volta imbroglioni!

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