Il trenino che arrivava da porta Vescovo passava dietro al convento dei frati di Barana … l’interno era di legno. Era molto utilizzato dagli studenti e dai lavoratori che ogni giorno si recavano in città, anche perché le auto erano davvero poche e giravano ancora i carri tirati da cavalli.
Anche il paesaggio era molto diverso; la Via Barana e la Via Fincato avevano poche costruzioni, poche case e qualche fattoria sparsa nei campi che circondavano tutta la zona.
La famiglia della nonna utilizzava pochissimo il tram, perché essendo vicini alla città si spostavano a piedi, poi in Vespa e poi con la Fiat 600.
Mi ha raccontato un episodio …: D’estate passavano, costeggiando le rotaie, un gruppo di mucche che si recavano ai pascoli in montagna. Una di loro si spaventò al rumore del tram e scappando ci finì sotto. Tutti corsero a vedere quella confusione i passeggeri stavano tutti bene, mentre la mucca ebbe la peggio.
Quando la nonna racconta chiudo gli occhi e immagino di vivere in quel tempo … grazie nonna.
Mi piacerebbe vivere in quest´epoca a Verona per conoscere i luoghi dove i miei antenati vivevano...Mi chiamo Jose Barana Júnior e vivo a Costa Rica, peró nato in Brasile....
RispondiEliminaCiao Josè Barana Junior, la vita è sorprendente (te lo dice una che ha vissuto parecchio, e intensamente).
RispondiEliminaCerto deve essere bello ritrovare in un nome e in un luogo le tue radici.
Lo struggimento del vivere forzatamente altrove si eredita dagli antenati col DNA. E' così?
E allora ti consiglio un viaggio in Italia.
La troverai diversa da come te l'hanno raccontata ma è ancora bella e Verona è una città tra le più godibili.
Verona e Via Barana ti aspettano.
A Quinto e a Marzana ci sono famiglie con questo nome. Prima o poi ... chissà.
bela storia. mi chiamo renato pimazzoni e sono in brasile. faccio la genealogia dei pimazzoni. www.pimazzoni.com. saluti
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