Io abitavo a Poiano e ricordo che negli anni ’50 andavo alla fermata per andare incontro al mio papà che tornava da lavoro o alla mia nonna che abitava in città.
Il tram era scuro ed era molto rumoroso. Ho preso spesso il tram per andare a scuola, frequentavo le Medie Duca D’Aosta.
Noi eravamo tra i fortunati perché avevamo la mitica Topolino e con quella andavamo dappertutto anche in vacanza fino a Iesolo.
Ricordo com’era il mio paese, molto povero, non c’era l’acqua in casa, non esistevano bagni, poi pian piano abbiamo conquistato tutto questo.
Che aspettative avevano i giovani nei confronti della città?
Beh, in città c’erano le scuole, c’erano i negozi, c’erano le passeggiate in centro, c’erano gli uffici, il lavoro!
Non ricordo nessun timore verso la città, la nostra Verona è sempre stata una città vivibilissima.
Io vivevo spesso giù in città perché appunto i miei nonni abitavano in centro.
Molti cittadini erano sfollati in campagna durante la guerra e poi c’erano molte ville di signori. Alcuni sicuramente si saranno fermati.
Le diversità tra i cittadini e quelli della Valpantena c’erano ed erano molte, a cominciare da come vestivano le donne nei paesi, le donne sposate avevano tutte grembiuli neri. Nel nostro paese la maggioranza erano contadini.
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