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venerdì 24 giugno 2011

INTERVISTA SENZA NOMI n. 4

Io abitavo a Poiano e ricordo che negli anni  ’50 andavo alla fermata per andare incontro al mio papà che tornava da lavoro o alla mia nonna che abitava in città.
Il tram era scuro ed era molto rumoroso.  Ho preso spesso il tram per andare a scuola, frequentavo le Medie Duca D’Aosta.
Noi eravamo tra i fortunati perché avevamo la mitica Topolino e con quella andavamo dappertutto anche in vacanza fino a Iesolo.
Ricordo com’era il mio paese, molto povero, non c’era l’acqua in casa, non esistevano bagni, poi pian piano abbiamo conquistato tutto questo.
Che aspettative avevano i giovani nei confronti della città?
Beh, in città c’erano le scuole, c’erano i negozi, c’erano le passeggiate in centro, c’erano gli uffici, il lavoro!
Non ricordo nessun timore verso la città, la nostra Verona è sempre stata una città vivibilissima.
Io vivevo spesso giù in città perché appunto i miei nonni abitavano in centro.
Molti cittadini erano sfollati in campagna durante la guerra e poi c’erano molte ville di signori. Alcuni sicuramente si saranno fermati.
Le diversità tra i cittadini e quelli della Valpantena c’erano ed erano molte, a cominciare da come vestivano le donne nei paesi, le donne sposate avevano tutte grembiuli neri. Nel nostro paese la maggioranza erano contadini.
Io vivevo entrambe queste realtà ed ero felice.

Foto dal Centro Culturale della Corte Martini Martina
anni '80
Anziane signore di Poiano lavorano all'uncinetto

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