Via Valpantena quando c'era il tram - Marzana |
Bentornati a casa
Oggi riaprirò il blog con una nota triste e lo farò perché vorrei che la morte di Simone, il ragazzo investito davanti a casa mia, non passasse come una tragica fatalità o un fatto di atto irresponsabile dell’investitore. Ci sono colpe gravi ma non scrivo per dare giudizi sui comportamenti.
Scrivo perché sono vent’anni che denuncio la situazione pericolosa di
Via Valpantena. Ci abito e conosco bene il poblema.
Scrivo perché veder morire un giovane sapendo che tutti erano informati
della elevata velocità dei mezzi e dei
comportamenti pericolosi dei conducenti che transitano su questa via mi fa arrabbiare.
Scrivo perché anche dopo anni di segnalazioni e di denunce del CiViVi e mie non si è
accesa in chi amministra la volontà di studiare e portare a compimento un progetto di viabilità e mobilità sicura.
Scrivo perché non consolano le
parole del Sindaco; un semaforo a chiamata (da solo) non renderà questa strada
più vivibile e meno pericolosa.
Scrivo perché restare in silenzio sarebbe come restare complici di chi non ha fatto
niente.
Scrivo perché vorrei vivere la strada principale del paese come luogo
di socialità, di relazioni, di commercio, di spostamenti in sicurezza
per giovani e anziani ... . Fintanto che Via Valpantena nei paesi di Quinto e
Marzana verrà considerata una veloce alternativa alla SP6 resterà una strada pericolosa e gli
incidenti non si fermeranno.
Scrivo per smuovere le coscienze di chi vive la politica come punto di arrivo e non come punto di partenza.
Scrivo perché non succeda più che i nostri figli perdano la loro vita sulla strada di casa.
Scrivo perché non succeda più che i nostri figli perdano la loro vita sulla strada di casa.
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