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venerdì 15 aprile 2011

I CAPITELLI DI CELLORE DI SEZANO

Cellore di Sezano e la strada per Grezzana ora interrotta dalla SP6, ai confini comunali


Da Marzana (Nogarotto) verso Cellore


Cellore è un piccolo nucleo abitato nei pressi di Sezano in Valpantena, formato da poche abitazioni rurali e da due ville di un certo pregio seppur minori.
Le ragioni della presenza di ben due capitelli all'incrocio di questo insignificante, seppur ameno luogo e da ricercare nell'importanza che storicamente aveva questo crocevia.

La storia dei capitelli di Cellore è strettamente legata alla presenza degli Olivetani di S. Maria in Organo che con San Lorenzo di Sezano gestivano una  proprietà fondiaria in Valpantena, con beni anche a Maroni e ad Azzago.

Il toponimo Cellore deriva probabilmente da cellarius.
La Bassignano (La religione: divinità, culti, sacerdozi Vol. 1° BPV) enuncia: " Problematica è anche la funzione del cellarius, anche lui documentato a Verona, da alcuni considerato custode di un tempio, forse di Serapide, essendo ricordato in una dedica al dio egizio, da altri ritenuto invece un dispensiere o cantiniere"...
Cellulas compare per la prima volta in documenti del 908 d.c.

Nei pressi del crocevia di Cellore, poco lontano dai due capitelli, una lapide ricorda come popolazioni preromane e romane avessero adibito a luogo di culto alcune grotte.
La Monografia Sormani-Moretti nel secolo scorso attesta altresì un ritrovamento archeologico di "...ben conservati idoletti"... .

Certamente il crocevia, che si propone oggi a noi come luogo suggestivo e di sacralità, era importante fin dall'epoca romana trovandosi sulla pedemontana est che insieme alla pedemontana ovest rappresentavano l' asse portante di una  rete viaria costituita da allaccianti minori (sentieri).
In epoca medievale il crocevia era altrettanto importante perche collegava il castello di Marzana (attestato prima dell'anno mille) con la collegiata rurale sorta nell' 819 ad opera di Audo (poi Monastero dei Benedettini e nel 1444 degli Olivetani) ma anche con il castello di Grezzana a nord, in località Borgo, e verso sud est con il castello di Montorio, con il passo di Maroni e con la Val Squaranto.
Nel percorrere questo ragionamento mi baso su un fatto assolutamente pratico; in uno stato di necessità e in un mondo di strette economie, i percorsi citati sono i più "economici" per i tempi di percorrenza; l'incrocio di Cellore diventa perciò molto importante.

I capitelli: Dei romani sappiamo l'uso di edificare piccoli tempietti o edicole sacre agli incroci stradali.
Questa usanza si è mantenuta nei secoli e si è interrotta soltanto negli ultimi cinquant'anni.
I capitelli dell'incrocio di Cellore di Sezano anche se databili alla fine del 1600, possono essere considerati  elementi di continuità, che prendono atto dell'importanza del collegamento viario  benedicendo il luogo e il viandante.

Dei due capitelli di Cellore, quello più importante è sicuramente quello che si trova a monte. La pittura non è di un qualsiasi pittore di strada ma probabilmente di qualche pittore d'arte sacra che operava in valle.

Purtroppo a nulla è valso il restauro del 1997 finanziato dal  CiViVi;  le allora pessime condizioni della struttura muraria hanno soltanto permesso all’affresco di non soccombere subito ma di conservarsi ancora per una decina di anni.
Il restauro aveva messo in luce tracce di affresco (forse un paesaggio?)  nel timpano.
Col restauro è stato ricollocata all'apice la croce sopra i tre colli, simbolo degli Olivetani di S.Maria in Organo ed è stato reso visibile l'affresco della Sacra Famiglia.
Di lato fino a pochi anni orsono si trovavano due angioli in marmo ora spariti.

La villa adiacente la Chiesa dei Passionisti appartenne ad Antonio Cagnoli, brillante personaggio dell’Illuminismo che nel 1776 abbandonò gli studi giuridici e si dedicò alla fisica newtoniana e all’ astronomia nel suo osservatorio  di Via Quattro Spade.


 

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