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giovedì 7 aprile 2011

STORIA DELL’ANTICA CHIESA DI SAN FENZO (San Giuseppe e Fidenzio)

L’atto istitutivo della comunità di S. Fidenzio ci è pervenuto in originale e in copia. In detto documento l’arciprete della pieve di Montorio investe il 16 luglio 1213 della cappella stessa e delle sue pertinenze il chierico Adelardo o Aleardo figlio di Gerardo da Illasi e la piccola comunità mista di frati e suore che con lui risiede a San Fidenzio.
Sono elencate le case coi beni mobili relativi, la corte, l’orto, un oliveto prossimo ed uno vicino alla fonte di Mizzole ed infine la pianta d’olivo che serve per la luminaria . Concede altresì la decima sul territorio di Mizzole, già pertinente alla cappella.
Dal documento si deduce una filiazione della pieve di Montorio, una delle più antiche del veronese.
La presenza di uomini e donne in una comunità religiosa non è rara nella prima metà del Duecento perciò la promiscuità a San Fidenzio rappre-senta la norma. Più controversa è la figura di Weceri della Scala, di cui prete Adelardo era padrino.
Secondo Castellazzi e Sancassani che hanno studiato attentamente la vicenda, Weceri si era creato a S. Fidenzio un piccolo centro di potere che gestiva talvolta con atti non chiari e ambigui.
Al Monastero di S. Fidenzio è dedicata una delle Poste Statutarie del 1228. Il Comune si impegna a condurre l’acqua della fontana Marcerina al Monastero. Nelle stesse si fa divieto di danneggiare le conduttore o fare opposizione.  Da ciò si comprende quanto il monastero di S. Fidenzio godesse di protezione.
Nel 1531 il Vescovo Giberti scioglierà la comunità di Suore Benedettine perché non più aderenti alla Regola.
Dopo lunghi ricorsi le monache perdettero definitivamente la causa e nel 1534 furono allontanate e il monastero fu affidato alle Suore Agostiniane di S. Giuseppe “povere ma ricche di disciplina essendo che vivevano in santissimo concetto”.
Il complesso subì ripetuti restauri in epoche diverse e parziali abbandoni.
Nel 1460 la Badessa Tarsia Cipolla la dotò di affreschi, tuttora visibili.
L’altare ha per base un’ara romana dedicata a Giove Ottimo Massimo forse proveniente dal soprastante Monte Tesoro.
Il penultimo proprietario, appassionato di cose antiche, tal Angelo Grassi capomastro, scavò trincee e buche su Monte Tesoro alla ricerca di reperti archeologici.
Dal 1966 è luogo di clausura delle Suore Clarisse, provenienti dal complesso di S. Chiara in Veronetta.


LA STORIA DELLE CLARISSE DI SAN FIDENZIO (ricerca dal sito) 
Nel 1857, dodici Clarisse provenienti dal Monastero di «S. Maria delle Vergini» si trasferirono a «S. Chiara», ed il 23 settembre 1860 ebbe luogo la prima solenne esposizione del SS. Sacramento.
Le due comunità uscirono indenni dalla soppressione italica del 1866‑1867 e dalle due guerre mondiali.
Il 28 marzo 1899, per ragioni di praticità, le Clarisse di «S. Maria delle Vergini» confluirono nel Monastero di «S. Chiara», formando un’unica comunità che professava la Regola di Urbano IV, fino al 20 agosto 1943 quando venne solennemente adottata la Prima Regola di S. Chiara.
Ma ormai l’antico Monastero di «S. Chiara» si presentava fatiscente e non resisteva più neppure ai restauri. Si ventilò l’idea di un possibile trasferimento in una località più silenziosa, maggiormente confacente alle esigenze della vita contemplativa. L’idea impiegò un quarantennio a maturare, finché, per merito specialmente di S.E. Mons. Giuseppe Carraro, Vescovo di Verona, il 21 novembre 1966 la comunità di «S. Chiara» si trasferì sul colle di S. Fidenzio di Novaglie, nei dintorni di Verona, nel nuovissimo Monastero dedicato alla Vergine «Mater Ecclesiae».
L’8 dicembre 1966 avveniva la solenne inaugurazione con l’erezione della clausura papale e l’esposizione del SS. Sacramento.
Le dolci e silenziose colline veronesi stanno dimostrandosi un ambiente ideale per chi ha consacrato la propria vita alla contemplazione e alla silenziosa intimità con Dio.


MONTE TESORO
LUOGO DELLO SPIRITO

Il Vescovo di Verona Giovanni Urbani ebbe a rilevare la grande religiosità che pervade il monte, religiosità percepita in tempi diversi da genti diverse.
Probabilmente è la suggestione del paesaggio ma è singolare che ad occuparsi del colle di San Fidenzio ci siano anche cultori di astrologia e di pratiche esoteriche.
Ma non per questa ragione S. Fidenzio è conosciuto e frequentato, bensì come sede di Esercizi Spirituali che danno “…rifornimento di energie sovranaturali, indispensabili per imprimere e conservare, alle proprie attività, quella vera animazione cristiana e apostolica, senza la quale ogni fatica sarebbe segnata di sterilità e di sola apparenza.”
(Verona Fedele 22 luglio 1962 Solenne inaugurazione della Casa).
Storicamente Monte Tesoro era un villaggio d’altura protostorico. Sono ancora visibili i muri a secco e il fossato difensivo.
Sono stati effettuati ritrovamenti di ceramiche, anse lunate, fusaiole macine di porfido, ossi di animali, anelloni di ceramica e selci.
I reperti spaziano dal Paleolitico Medio all’ Età del Ferro.

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