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venerdì 10 giugno 2011

INTERVISTA DI CAMILLA V. SCUOLA PRIMARIA DI POIANO A NONNO GIUSEPPE F.

QUINTO  INVERNO 1950
Album Famiglia  Fontebasso
Il tram era bello perché non andava molto veloce e io potevo salire al volo e se arrivavo in ritardo non lo perdevo.
Davanti alla mia casa c’era la fermata e c’era anche un secondo binario che serviva per far sostare i vagoni del tram merci in attesa di essere caricati. In quei momenti io e i miei amici ci divertivamo a giocare con i vagoni. I tranvieri a volte si arrabbiavano molto perché noi ci divertivamo a fare degli scherzi.
Ve ne racconto uno.
Si prendeva una cordicella lunga circa un metro  e si legavano alle due estremità due sassi, poi uno di noi li lanciava in aria verso il filo della corrente così quando il tram passava i sassi cadevano facendo spaventare i passeggeri.
Sempre a livello di gioco io col mio amico Giordano ci divertivamo utilizzando il tandem del mio papà, ad inseguire il tram e mentre Giordano guidava io con la cerbottana tiravo le “pirole” (piccoli coni di carta di giornale) ai passeggeri attraverso i finestrini.
Eravamo un po’ birbanti!


Nonno Giuseppe nel 1950
Foto Famiglia Fontebasso


Da quello che mi ricordo, grazie alle foto che faceva mio papà, Quinto, il mio paese, era composto dalla chiesa e tre quattro case in tutto e per andare a prendere il tram si dovevano fare duecento metri a piedi in mezzo alla campagna.
Ora ci sono tutte case.
Quando la filovia ha sostituito il tram io avevo quindici anni e ricordo questo momento con un po’ di nostalgia. Arrivava il progresso e se ne andava una parte di storia.
Il mio nonno era medico della vallata (Dottor Clementi, N.d.r.) e non andava ne' con il tram ne' con la filovia ma con il cavallo.

Il Dottor Clementi aveva condotta a Quinto, dove risiedeva. In molti lo ricordano con il cavallo e, d'inverno, con il tabarro nero, quando  si recava in visita ai pazienti; ma anche con "la bicicletta rapportata" come ci racconta Sante Slemer; una bicicletta col rapporto corto che poteva andar bene anche per le salite, allora non c'erano i cambi.
Al Dottor Clementi succedette il Dottor Marzollo che diceva spiritoso ma sarcastico:
"Se el guarisse l'è stà el Santo, se el more l'è stà el dotor!"
L'altro medico, ora in pensione,  ricordato dai paesani per il suo modo socievole è il Prof.  Dall'Oglio, vivente e tuttora residente a Quinto. 


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