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venerdì 2 settembre 2011

INTERVISTA A GLORIA BALLINI - Michela 2^ D Scuola Caperle

Trascriviamo questa intervista  anche se può generare confusione tra la filovia e il tram; la nonna che racconta è sicuramente una nonna giovane che non ha ricordi precedenti al 1958. La ringraziamo del contributo che rafforza e dà maggior senso al nostro lavoro di “raccoglitori di memorie”

Una volta il nostro paese non era lo stesso; per esempio in quel  tempo  un mezzo molto conosciuto e usato era il tram.
Ci troviamo a Verona e più precisamente a Quinto.
Così racconta mia nonna: il tram che passava era di colore rosso, aveva le cosidette “bretelle” e andava a corrente, aveva le ruote di gomma; non era proprio un tram ma la gente lo chiamava così. Il tram aveva delle fermate come l’autobus oggi, che in questo caso erano: Quinto, Poiano, Via Fincato, Porta Vescovo e infine Via Pallone.
Pure i biglietti erano diversi, di colore giallo, di forma rettangolare ma fatti con carta di vario tipo. Le persone che guidavano i tram sono i tramvieri […]
Mia nonna c’è salita molte volte perché non aveva l’automobile e la patente.

Si ricorda ancora la prima volta che c’è stata. Era molto piccola, stavano andando in città ma proprio a Porta Vescovo le “bretelle” si sono staccate e hanno dovuto proseguire a piedi.

Negli anni in cui [la nonna] era cresciuta Quinto era cambiata; quando era piccola le case si trovavano vicino alla chiesa ma poi quando è cresciuto si è trasformato in un paese e tutti nel paese si conoscevano.

Mia nonna mi racconta sempre che tutti, compresa lei, speravano in un futuro migliore: studiare per non diventare semplici contadini. I ragazzi vedevano la città come un altro mondo: più moderno, diverso dalla campagna.

Visto che mia nonna prima abitava in città ma poi si è trasferita, conosceva soltanto i suoi parenti che abitavano in città.
All’inizio quando erano arrivati si sentivano un po’ a disagio ma dopo alcuni giorni si sono inseriti. Anche adesso i miei nonni abitano a Quinto.


Processione in Via Leonardo da Quinto, verso la Chiesa
Anni Quaranta (?)
La via era affiancata da alte mura  (a dx della foto) seguite dalla casette di cui ora rimangono soltanto i muri. A sx una lunga siepe di biancospini e di rovi, fioriti in estate di rosecanine, delimitava i campi di Rubinelli. "El cancelòn" ne segnava l'ingresso.  Si noti l'acciottolato di sassi.



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