Il Gruppo Alpini di Quinto ha dato l’estremo saluto all’Alpino e compaesano Marino Vassanelli nipote del Capitano degli Alpini omonimo, a cui è dedicata la Baita degli Alpini del paese, sorta nel 1994.
Sicuramente Marino avrebbe apprezzato la presenza degli Alpini al suo funerale. Ha mantenuto il senso di appartenenza e dell’onore fino alla fine dei suoi giorni. Ha partecipato a tutti i raduni nazionali, fintanto che la salute glielo ha permesso
La famiglia ha ricevuto dall'attuale Presidente del Gruppo Alpini di Quinto, Giordano Rigo, un pregevole biglietto che riassume le gesta e la vita di entrambi gli Alpini Vassanelli.
Eccovi la sintesi:
Sicuramente Marino avrebbe apprezzato la presenza degli Alpini al suo funerale. Ha mantenuto il senso di appartenenza e dell’onore fino alla fine dei suoi giorni. Ha partecipato a tutti i raduni nazionali, fintanto che la salute glielo ha permesso
La famiglia ha ricevuto dall'attuale Presidente del Gruppo Alpini di Quinto, Giordano Rigo, un pregevole biglietto che riassume le gesta e la vita di entrambi gli Alpini Vassanelli.
Eccovi la sintesi:
LA STORIA DI DUE VITE
Vassanelli Marino, Alpino d’Africa, arruolato nel 6° Reggimento Alpini, nel 1911 parte per la Cirenaica per combattere nella guerra Italo/Turca.
Rientrato in Patria è nuovamente chiamato alle armi nel 1915, allo scoppio della Grande Guerra
Il 18 giugno 1916 cade in battaglia e viene insignito della Medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria.
Fu colpito a morte in Val Lastaro presso Monte Zovetto, nel percorrere la linea di fuoco per incitare i suoi soldati.
Qualche mese dopo nasceva un nipote che in memoria dello zio, ne portò il nome.
Il destino volle che questi, arruolato negli Alòpini nel 1937, fosse inviato in Africa. Qui venne catturato dagli inglesi e trasferito in un campo di concentramento in Sudafrica. Tornò soltanto nel 1947.
Rientrato in Patria è nuovamente chiamato alle armi nel 1915, allo scoppio della Grande Guerra
Il 18 giugno 1916 cade in battaglia e viene insignito della Medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria.
Fu colpito a morte in Val Lastaro presso Monte Zovetto, nel percorrere la linea di fuoco per incitare i suoi soldati.
Qualche mese dopo nasceva un nipote che in memoria dello zio, ne portò il nome.
Il destino volle che questi, arruolato negli Alòpini nel 1937, fosse inviato in Africa. Qui venne catturato dagli inglesi e trasferito in un campo di concentramento in Sudafrica. Tornò soltanto nel 1947.
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