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martedì 12 aprile 2011

DAI NINA ... Intervista di Davide classe 1^ Scuola Primaria di Novaglie alla prozia Maria di anni (?)

Tram cittadini transitano sotto Porta Vescovo prima del 1920
 Coll. P. Breanza, Dalla ridente Verona a te volando, Ed Della Scala, 1990

Il tram aveva una locomotrice e dietro le carrozze. Assomigliava un po’ ai treni che si vedono oggi nei film degli anni ’40. Faceva fermate in ogni paese, a Grezzana c’era il capolinea … e a Porta Vescova l’altro capolinea.
Non serviva suonare il campanello perché il tram faceva le fermate anche se non c’era nessuno che voleva salire o scendere. Il biglietto andava fatto prima e quando si saliva il bigliettaio lo obliterava. I tranvieri avevano una divisa scura, mi pare nera. Non ricordo il tram-merci, ricordo invece che il tram aveva il riscaldamento ed era abbastanza puntuale.

Sono andata in tram anche per divertimento,con  le amiche. Ce lo potevamo permettere raramente ma per noi era il massimo, prendere il tram fino a Porta Vescovo, andare in centro a piedi, fare un giro in via Mazzini e tornare.
Se non prendevamo il tram per andare in città prendevamo la corriera (il che avveniva più frequentemente). La corriera aveva una scaletta e sopra il portapacchi.
Per spostarci nei paesi vicini andavamo a piedi o al massimo in bici.
C’erano pochissimi taxi ma io non ricordo di averlo utilizzato.
Il mio paese me lo ricordo bene com’era, più o meno come nelle foto dell’epoca.
I giovani avevano un sentimento di paura e di timore nei confronti della città. Le aspettative legate alla città erano legate al lavoro e a una vita un po’ più agiata.
Io avevo contatti stabili con due famiglie in città: avevo 14 anni e facevo per loro le faccende domestiche, accudivo i loro bambini: due gemelli di una famiglia e un bambino nell’altra.
Durante e subito dopo la guerra c’erano gli sfollati: cittadini che per sfuggire ai bombardamenti si erano rifugiati in campagna.
Noi ci sentivamo molto diversi dai ragazzi di città: noi eravamo più imbranati e vestiti decisamente peggio. Mi ricordo che mia mamma ci faceva i vestiti con le coperte militari che riusciva a recuperare.

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