Mi ricordo che il tram era di colore verde scuro, era tipo un treno di oggi, con i sedili, i vetri e le porte apribili.
…
Si sono salita su un tram per far visita a dei parenti. Partivo da Velo Veronese a piedi e qualche volta con la corriera, raggiungevo Montorio dove prendevo il tram che mi portava a Santa Lucia. Poi proseguivo a piedi fino a Sommacampagna.
Mi spostavo quasi sempre a piedi, in bicicletta o a cavallo solo per far visita ai parenti perché muoversi significava spendere soldi.
Quando ero piccola le strade erano quasi tutte piccole e sterrate. C’erano tantissime osterie che erano l’unico punto di ritrovo per la comunità.
La gente frequentava tantissimo la chiesa ed era presente sia alla messa delle sei che a quella delle dieci e mezza.
Gli unici negozi di Velo erano il panificio e il negozio di alimentari. Si comprava poco e tutto si faceva in casa.
Le attività principali erano l’agricoltura, l’allevamento dei bovini e pecore e la raccolta della legna nei boschi.
Quando ero ragazza le strade sono state allargate e asfaltate. Tanti contadini hanno sistemato le loro abitazioni, le osterie sono diminuite e ristrutturate. Qualcuno cominciava a muoversi con la motocicletta o la corriera.
Quando ero giovane pochi miei coetanei avevano visto Verona e non aspiravano neanche ad andarci perché muoversi comportava spendere soldi inutilmente, e di soldi non ce n’erano.
Noi di montagna ci sentivamo più forti dei cittadini che consideravamo malaticci perché durante l’estate venivano in montagna per respirare aria “buona”. I cittadini erano più magri di noi di montagna perché non mangiavano tutte quelle cose nutrienti e naturali che mangiavamo noi.
Noi ragazze cantavamo sempre una canzone:
“ … e se anca ben che siam de Velo, che mangiamo le patate, siam bianche rosse e grasse più di quelle della città …”
Io avevo contatti solo con qualche cittadino che durante l’estate veniva in montagna per respirare aria sana. Nessun cittadino pensava di trasferirsi in campagna o in montagna. Andava via dalla città solo per trascorrere qualche giorno di vacanza.
I cittadini avevano più pretese di noi di montagna; si ritenevano più bravi, più istruiti e dicevano che i “montagnari” erano scemi. In città si andava a scuola regolarmente, ogni classe aveva un insegnante. Al mio paese invece un unico maestro insegnava e riuniva bambini di età diverse.
In gioventù in campagna ci si ritrovava nelle case per ballare, in città invece esistevano le balere e i cinema.
Dal sito de Le Falìe di Velo Contrada Garzon de Là |
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