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martedì 5 aprile 2011

FONTANE DELLA VALPANTENA

Anno 1925 circa - Marzana Fontana con lavatoio detta della Strà


La Fontana delle Strie o di Franzago, Nell'anno 941, nella documentazione dell’archivio di S.Maria in Organo il luogo è attestato come una terra aratìva "ubi dicitur Florenciagas". Si trova alle spalle di Villa Balladoro. I bambini della scuola di Novaglie hanno vinto un premio di Legambiente costruendo una storia sulla fontana. E’ un luogo magico e incantato; da farci una visita, anche se la fontana è stata trasformata in un invaso di cemento non molto bello.
Un'altra sorgente, è menzionata negli Statuti del 1228 e nei sucessivi statuti albertini come Fonte Marcerina (Marseghina). Portava l’acqua all’antico monastero di S. Giuseppe e Fidenzio (o Fenzo), monastero che risale all’alto medioevo. Da S. Fidenzio  sembra portasse l'acqua anche al castello di Montorio.

La fontana del Quaìn La sorgente del Quain si trova a quota 170 m. s.l. Diventerà fontana ad uso pubblico solo il 24 maggio 1610. Precedentemente i diritti all’acqua erano stati assegnati ad un privato. Da una supplica del 1844 al Commissario Distrettuale di Verona, in periodo austriaco, sappiamo che i broccoli erano anche all’epoca coltivazioni pregiate del luogo. Nella supplica ci si lamenta di furti d’acqua “…per abbeverare i broccoli…. “ a scapito di usi umani più diretti.
Le altre condotte con presa d'acqua di Novaglie ci vengono citate dal Signor Raveani di Novaglie; una si trova grossomodo sotto la Chiesa, l'altra è detta "della fonte Baorna" .
Una fontana per uso pubblico e domestico, con lavatoi, si trovava all’incrocio di Novaglie alimentata dalle acque della sorgente del Quain.

A Campagnola: E’ interessante il pozzo per la presa d’acqua diviso a metà. All’esterno potevano attingere i residenti, ma soltanto prima del tramontar del sole, all’interno il proprietario dei casali.

A Nesente, risalendo il vajo lungo il perimetro di Villa Murari Bra, possiamo ancora vedere tre bellissime vasche, purtroppo asciutte .

La fontana di Gazzego e i suoi lavatoi sono ancora integri. Sono visibili le opere di canalizzazione che portavano l'acqua alle campagne sottostanti.

A Vendri, la fontana dalla quale sgorga l'acqua del soprastante vajo, è formata da una alta vasca in pietra bianca a forma semicircolare. La stessa acqua alimentava le fontane, le vasche, e il laghetto di Villa Vendri. Altre acque provenivano da S. Maria in Stelle, come attestato da mappe del 17° secolo, conservate nella villa.

La fontana di Stelle utilizzava risorgive ricchissime, già sfruttate da Publio Pomponio Corneliano, proconsole romano d'età imperiale.

I Romani erano maestri nelle irreggimentazioni delle acque, dagli acquedotti (Ipogeo di Stelle) alle fosse limitales, previste nella centuriazione.
Centuriazioni: la suddivisione ed assegnazione del fondo ai coloni e ai veterani di guerra. Le fosse limitales circondavano il perimetro dell’area agricola per l'irrigazione del fondo medesimo; il disegno delle opere di centuriazione è ancora percepibile nonostante siano passati duemila anni.

Altre opere importanti di irrigimentazione delle acque in Valpantena risalgono  al Medioevo e all’epoca dei castelli, e successivamente all’epoca comunale. Le acque venivano irreggimentate per l’uso dell’energia idraulica, riscoprendo il valore dei mulini idraulici vitruviani, (da Vitruvio, architetto romano).
Negli Statuti Comunali entrano Poste che prevedono diritti, doveri e pesanti sanzioni ai trasgressori e agli inquinatori.

Nel 1500 con la Serenissima e col riordino fondiario sistematico si aggiungono nuove opere e canalizzazioni. Nel  1800 toccherà agli Austriaci e poi a Verona italiana occuparsi dei diritti alle acque pubblici e privati.
Gli Austro-ungarici avevano  in Valpantena  le salmerie presso l’attuale  scuola Caperle per le quali abbisognavano di grosse riserve d'acqua per abbeverare i muli.

Le acque dell’Ipogeo, incanalate da Publio Pomponio Corneliano nelle condotte sotterranee di quello che localmente è chiamato il Pantheon, furono successivamente sfruttate dai Giusti per alimentare le fontane delle loro dimore. Da una mappa dei 1683 risulta che godessero di peschiere come riserva di pesce fresco per la nobile mensa, cosa assi comune ai tempi.
La fontana e i lavatoi in pietra di Prun e in pietra Rosso Verona, sono  del 1837. La fonte è’ ancora oggi utilizzata dalla gente del luogo a scopi domestici. Non è raro vedere ancora qualche signora che “fa il bucato” a mano, utilizzando l’acqua della vasca, per poi stendere i panni al sole a ridosso del muro di contenimento.
La fontana è composta di tre vasche. Lateralmente si trova una fontanella e un arbio di modeste dimensioni inserito in una nicchia.
Un brutto manufatto di cemento dell’AGSM rompe l’armonico insieme. Varie volte si è parlato di eliminarlo.
Nella sottostante quattrocentesca villa Marogna‑Giusti (ora Puttini) la stessa acqua confluisce in un' alta e poderosa vasca in pietra di Prun e attraverso canalizzazioni scende nella campagna ed è utilizzata per l’irrigazione.




Marzana 1950-55 La Fontana della Strà sostituita dai lavatoi in cemento

Quinto 2000 - Lo storico Fontanon della Crose di Quinto
Non cercatelo perchè ora è su proprietà privata.
Fontana di Gazzego 1990

La fontana dì Sezano, sopra il Monastero che per dieci secoli fu proprietà dei Benedettini e poi degli Olivetani di S. Maria in Organo (dall'860 d.C.) vi è una delle fontane antiche della Valpantena. Ancora oggi gli Stimmatini che hanno ereditato diritti parziali alle acque, le utilizzano per l’irrigazione dei campi.

Anche Marzana ha una grande ricchezza d'acqua.
Le acque, dalla Piana dei Roaro nella cavità naturale della Spiga dove si raccolgono, scendono ad alimentare la sorgente de La Nasse.
La Monografia Sormani Moretti cita per Marzana "resti di acquedotto romano", resti ora non più identificabili.
Probabilmente le acque della sorgente servivano la “villa di decoro” d’epoca romana (forse affiancata da un tempio) che si trovava dove ora sorgono la chiesa e le scuole private Perucci.
Certamente le acque facevano funzionare  i numerosi mulini ad acqua che dall’epoca medievale in poi hanno interessato l’area delle Are e del Castello.

La scuola Perucci si trova esattamente nell’area del Castello di Marzana, uno dei primi castelli della Valpantena, risalente a prima dell’anno mille; la parte più antica dell’edificio era adibita a mulino dalla famiglia Ferroni fino al secolo scorso.

Altre due sorgenti erano utilizzate dagli abitanti: la sorgente del Barnaba ( o Barbarani) e la sorgente del Sengeto (interrotta da frana nel 1977).

Si ricordano le fontane (fonte V. Perini):
- ai Mulini, con annesse vasche e lavatoi. La fontana esiste ancora. Dì fronte c’era una fontanella con un capitello all’epoca affrescato.
- alle Are scendendo a destra, c’era una fontanella in pietra, per presa domestica.
- alla Chiesa, a destra guardando il cancello dell'USSL c’erano i lavatoi in pietra eliminati negli anni settanta. Di fronte c’è ancora il capitello con la fontanina per la presa domestica.
Dei lavatoi in cemento erano stati installati per uso pubblico sopra l’orto del prete negli anni cinquanta/sessanta, ora sostituiti con una panchina.
- alla Strà, sparita intorno agli anni sessanta, con l'allargamento della Strada Grande. I lavatoi erano utilizzati per il bucato. Accanto (1930 circa) si trovavano le latrine pubbliche (come ci ricorda Sante Slemer)

La fontana di Lumialto  di Quinto: La fontana non esiste più. Al suo posto è rimasta la tettoia che copriva negli anni cinquanta le vaschette modulari di cemento.
La stessa fonte d'acqua, utilizzata dagli Ederle e dagli Allegri per l’irrigazione, scendeva attraverso i campi ad alimentare la fontana dirimpetto a casale Malfatti (su Via Valpantena).
La bocca d’acqua su Via Valpantena serviva solo ad uso di rifornimento domestico ma si ritiene che prima dell’allargamento della strada potesse essere affiancata da un lavatoio, come tante altre fontane della Valpantena.

Un'altra fontana si trovava di fronte all'osteria Perlar, ora Pizzeria Quinto Miglio.
L'ultima fontana si trovava di fronte alle Giacomine dove c’era il primo ufficio postale di Quinto, in Via Valpantena, all’inizio del paese. E’ visibile ancor oggi grazie all’intervento del CiViVi. Negli anni ottanta si era progettata la demolizione del muro e della fontana. Purtoppo  questa, come tante altre fontanelle di Valpantena, è desolatamente asciutta.

La fontana della Chiesa di Quinto: Si trova a fianco della Chiesa, accanto a Casa Tagliapietra ora Ballini, un pregevole palazzetto rurale del XVI° secolo (su edificio precedente). Accanto alla fontanella in stile neo-gotico esistevano i lavatoi in pietra, demoliti con la costruzione di lavatoi in cemento coperti, costruiti  una cinquantina di metri più a nord e ora trasformati in garage.
La fontana riceveva le acque della sorgente detta Nasse di Quinto, acque che scaturivano più a monte, nel vajo corrispondente. Anche alla Nasse c'era una bella e profonda vasca di biancone, monoblocco. Ora è nascosta dai rovi, o forse è stata rimossa.

La fontana della Croce o Fontanon: Era una delle fontane meglio conservate della valle. Si trovava all’interno di un recinto in muratura. Precedentemente si trovava della sottostante Corte Bertani (fonte Rino Zorzi che curava la proprietà).
Come abbiamo già lamentato questa fontana è stata impropriamente privatizzata, avendo la Circoscrizione rinunciato a far valere i diritti pubblici col ripristino della condotta.

Alla fine della stradina, in corrispondenza dell’ingresso di Villa Zenatello (ora Casa di Cura "S.Chiara") molti ricorderanno la croce che dava il nome alla contrada, attorno alla quale girava la processione delle Rogazioni e la fontanella che negli anni passati dissetava i passanti. Ora non c'è più; utilizzava le stesse acque del Fontanon.

Lavanderine che sciacquano i panni alla fonte - Loc. Valpantena
Le fontane di Clocego: A Clocego non esiste più nessuna fontana. Viene ricordata una fontanella, dove si prendeva l'acqua e un pozzo.

La fontana detta dei Pellegrini sulla pedemontana tra Clocego e Poiano: La fontana porta la data 1831. Sul paracarro è impressa una seconda data 1884.

Fonte della Chiesa di Poiano. I lavatoi sotto la Chiesa  sono stati sostituiti con quelli di cemento. L'area è in degrado, chiusa e inutilizzabile. Accanto a quest'area sbocca una condotta molto bella, che porta grandi quantità d'acqua.
Gli abitanti ci dicono che in un documento del 1300, (gli Statuti del 1276?), si garantisce il prelievo quotidiano di "un secchio d'acqua a testa al giorno”.


Poiano Via Abate Pietro Caliari seconda metà dell'Ottocento.
Donna con secchi si reca alla fontana della chiesa a prendere acqua.

Le fontane di Grezzana: Alcune fontane meritano di essere ricordate, per la loro importanza.

In località Borgo esiste una bella fontana che però ha subito degli interventi di modifica. La seconda grande vasca con le pareti laterali oblique è di pietra rosso Verona, diversamente dalla prima che è di pietra bianca di Prun.

Al Ponte Vecchio è ancora visibile l'altra vecchia, gloriosa fontana di Grezzana.

In località Cavalo esiste una terza fontana. Lo stato di conservazione non è dei migliori. È composta di una prima vasca circolare con caditoia in una contigua vasca rettangolare (scavata in blocco unico). È chiusa da un cancello di ferro. All'esterno si trova un piccolo arbio trapezoidale, che raccoglie l'acqua di caduta.

Dopo Cellore, verso Grezzana in località Valalta c’è una fontanella sotto la collina, che dispensa acqua e la raccoglie in un profondo arbio.

In località Pozzo di Grezzana ora area industriale, esisteva un pozzo su terreno privato ma ad uso pubblico; nell’Ottocento, qui come in tanti altri casi, il contenzioso tra pubblico e privato si è trascinato per decenni e i diritti pubblici sanciti con Regio Decreto.

L’acqua è un bene primario ed ha sempre rivestito enorme importanza poterne controllare l’erogazione. Complicatissimi contratti erano stipulati tra gli aventi diritto all’acqua, per garantire una giusta distribuzione tra le parti. Le opere di canalizzazione, spesso molto articolate e complesse, erano provviste di partitoie che servivano a dare o chiudere la fornitura d’acqua in base ad orari sanciti da veri e propri contratti.

Scriveva nel 1477 Francesco Corna da Soncino nel Fioretto de le antiche croniche de Verona e de tutti i soi confini citando la Valpantena:

“Intorno a la cità sono valizelle / e più giardini per monte e per piano / con varii fruti e belle fontanelle / che danno gran piacere all'uso umano / e con ortolarìe molto belle….”

E finiva affermando che la Valpantena “…di tutti  i frutti abbondanza mena.”
Ciò grazie a un terreno fertile e generoso e  alla buona disponibilità d’acqua, bene primario ed essenziale alla vita.

Marzana 1990 Fontanella (asciutta) recante tracce doi affresco


Poiano fine Ottocento

Ricordo di una fontana che non c’e più e della quale ci rimane la fotografia.
La fontana distribuiva a valle l’acqua proveniente dal soprastante fontanile in prossimità della Chiesa.
Sul muro:
CAVALLI E BICICLETTE CORSA MODERATA NELL’INTERNO DEL PAESE SOTTO PENA DI CONTRAVVENZIONE”

Davvero altri tempi!

M.V

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