Trascrivo questa anonima INTERVISTA AL NONNO perché nutro profondo rispetto per il lavoro dei ragazzi che hanno collaborato alla nostra ricerca di informazioni.
Ritengo giusto che qualsiasi contributo di lavoro trovi una sua collocazione anche se voglio richiamare gli alunni a ciò che ho ripetuto nelle mie visite in classe: un ricordo ha più valore se possiamo collocarlo in un tempo e in luogo definito.
Ogni tassello che è stato raccolto ha una sua funzione; ogni piccolo pezzetto di storia aiuta a ricostruire l’intero puzzle di una vecchia Valpantena dimenticata, presente ormai soltanto nel ricordo degli anziani.
In questo racconto emerge lo stupore del ritrovarsi tra la folla: i nostri contadini non erano abituati ai luoghi affollati ed emerge la meraviglia della prima volta in tram: un'avventura, dice il nonno.
In questo racconto emerge lo stupore del ritrovarsi tra la folla: i nostri contadini non erano abituati ai luoghi affollati ed emerge la meraviglia della prima volta in tram: un'avventura, dice il nonno.
Perciò grazie comunque.
Il tram era un mezzo di trasporto pubblico elettrico, che viaggiava su rotaia e poteva avere una o due carrozze.
I tranvieri erano due, il manovratore e il bigliettaio
Mio nonno ci è salito diverse volte per recarsi al lavoro in città.
Per lui la prima volta è stata come un’avventura perché non era mai stato su un mezzo pubblico e trovarsi in mezzo a tanta gente è stata una grossa e bella novità.
Quando non prendeva il tram mio nonno si spostava in bicicletta o a piedi.
I contatti con la città: erano con i parenti e con i datori di lavoro.
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