Chi siamo e dove andiamo noi...

* Le immagini e le fotografie del sito sono protette da copyright. Se ne consente l'utilizzo per uso personale, studio o consultazione*



Trascrizione dei testi dialettali: Talvolta potranno esserci errori o imprecisioni di trascrizione del dialetto; infatti il nostro dialetto a tutt'oggi non ha raggiunto uniformità di rappresentazione. Le fotografie (spesso non datate) provengono dalle raccolte di varie persone; in talune le date possono essere approssimative. Ci scusiamo con i lettori. Si prega di lasciare le eventuali segnalazioni nei commenti o di inviarle al nostro indirizzo mail: blogdellamemoria@gmail.com





sabato 18 giugno 2011

INTERVISTA DI IRENE G. AI NONNI MASSIMINO nato a Lugo nel 1915 e PIA nata a Lugo nel 1932


Il tram della Valpantena […] aveva anche vagoni merci che trasportavano i materiali provenienti dalle prime industrie che raggiungevano direttamente la ferrovia.
Ci siamo saliti qualche volta. La prima volta sono andato a Verona a comprare le fedi per il matrimonio.
Si andava spesso a piedi, oppure, chi ce l’aveva, si spostava in bicicletta.
Altro mezzo di trasporto era il pulman che partiva per la città la mattina e tornava alla sera.
Il nostro paese natale era Lugo.
Le abitazioni erano poche e spesso vicino avevano la stalla per le mucche, fonte di guadagno e risorsa alimentare e fonte di calore nelle sere fredde, quando ci si ritrovava insieme a chiacchierare. Non avevano le malte all’esterno.
Alcuni avevano la luce elettrica in casa, per la lampada,  altri no. L’acqua si prendeva alla fontana, i panni si lavavano ai lavatoi. Il bagno in casa non esisteva.
Le strade erano bianche. L’illuminazione pubblica era scarsa; qualche lampadina qua e là nei punti più importanti del paese.
C’era un negozio di alimentari dove tutti i prodotti venivano venduti sfusi.
Per l’abbigliamento si comprava la stoffa e poi si andava dal sarto farsi confezionare il vestito o ci si arrangiava in casa.
Le scarpe le faceva su misura e le riparava il calzolaio.
Le auto erano pochissime.
Un incidente col tram che il nonno ricorda: Mi ricordo che a Quinto un uomo, uscendo dalla sua officina, per una svista toccò i cavi della corrente del tram con un ferro lungo e rimase folgorato.
I giovani con il tram si spostavano verso la città in cerca di lavoro. Le ragazze andavano a lavorare come domestiche presso le famiglie ricche o in una industria tessile che dava lavoro a molti giovani della vallata. Molto spesso rimanevano lontani da casa per l’intera settimana.

Lugo, la Scuola Elementare, il Monumento ai Caduti e l'Ufficio Postale negli anni Sessanta
da Le poste in Verona e nella sua Provincia, L.R. Cataldi, Grafiche Aurora, Giugno 2000 
Non avevamo nessun timore rispetto alla città in quanto non percepivamo nessun pericolo.
I contatti con i cittadini si sono avuti durante la guerra, quando scappavano dalla città per trovare riparo dai bombardamenti. Terminata la guerra però sono tornati tutti in città.
Alcuni miei compaesani, viceversa, non sono mai andati in città.
Considerando che gli spostamenti venivano fatti soprattutto a piedi Verona era molto lontana. Andare da Lugo a Grezzana era già molto. […]
I cittadini li vedevamo diversi perché loro si ritenevano superiori a noi e vestivano bene!

Nessun commento:

Posta un commento