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lunedì 19 dicembre 2011

VILLA MAROGNA GIUSTI PUTTINI A STELLE

S. Maria in Stelle - Villa Marogna Giusti ora Puttini del 1400

Il bel portale quattrocentesco

  
Pubblichiamo l’intervista che i ragazzi di Quinta delle Scuole Caliari di S.Maria in Stelle hanno raccolto e pubblicato per la loro biblioteca scolastica, anno 1999-2000, insegnante M.Laura Luparelli.
L’intervista è il riassunto dei ricordi di Augusto Bragantini che ha vissuto nelle pertinenze della villa D’Arco - Giusti ora Puttini dal 1944 al 1970, curandone il fondo agricolo.
“Nei locali che contornavano le due corti, qualla anteriore e quella posteriore, dove si trova anche la costruzione residenziale, vivevano in tutto sei famiglie.
I quattro fratelli Bragantini abitavano nella struttura anteriore e altre due famiglie in quella posteriore. In tutto erano trenta persone di cui venti bambini tra piccoli e in età scolare.
Le sei famiglie si dedicavano a coltivare i campi in qualità di mezzadri (circa sessanta campi) e a allevare animali: maiali, polli, conigli e anatre.
Vivevano bene, con agiatezza. Vigeva allora uno stile di vita patriarcale dove il più grande di fratelli guidava il gruppo nel lavoro e nelle scelte.
Anche tra le donne la più anziana era la più rispettata ed era motivo di unione nel gruppo.
Le quattro famiglie dei Bragantini conducevano una vita in comune, scandita dal lavoro, dai pasti e dal riposo.
I bambini, tutti cugini, dormivano insieme ma in stanze separate tra femmine e maschi.
Il signor Bragantini ricorda anche di aver dormito in una parte della torre colombara adibita a camera.
Ricorda che un giorno, da un foro che si era aperto in cantina, scoprirono attraverso un cunicolo, un pavimento fatto a mosaico.
E’ quasi certo che la villa fu costruita su una struttura preesistente, forse d’epoca romana.
C’era anche una stanza chiamata cania che serviva come cantina per mettere le ccose al fresco e sembra sia stata una sala per le saune nel periodo romano.
Nel mezzo della seconda corte c’era una grande pila dove si abbeveravano le bestie, mentre davanti e intorno alla casa dei signori, passava una canaletta in pietra dove scorreva l’acqua che utilizzavano in casa e nel brolo.
I Bragantini mangiavano tutti insieme e il pranzo veniva servito a tutti in una grande stanza dove c’era un lungo tavolo. Stare insieme a mangiare era un momento di gioia e di incontro tra le persone.
L’attività dei campi occupava non solo gli adulti ma anche i bambini maschi più grandi; dopo la scuola dovevano raccogliere e sistemare la legna oppure fare da guida ai buoi quando aravano la terra o portare al pascolo le mucche. Spesso guardavano con invidia quelli che potevano giocare.
Le bambine invece sbrigavano con la mamma i lavori di casa.
La villa allora veniva chiamata Villa del Lila. […] Era di propietà dei Padri Comboniani che l’avevano avuta in dono da una cameriera, ultima erede.
Nell’abitazione viveva Don Gastone Grigoli con la perpetua.
Don Gastone era un prete molto rigido ma amava coltivare li fiori e precisamente le dalie. Si dice che ne avesse più di trecento che portava in chiesa; durante l’inverno le faceva mettere a riposo. Era geloso delle sue dalie e non voleva che nessuno le toccasse o le prendesse.
Si diceva anche che nelle stanze della villa ci fossero numerose pitture che in parte vendette al pittore Tremante di Gazzego.
Quando Don Gastone si assentava il signor Bragantini andava a dormire in villa per far compagnia alla perpetua; aveva quindi l’opportunità di girere indisturbato per i locali."
Segue una accurata trascrizione dei passaggi di proprietà della villa.

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