Fotografia Arturo Slemer Il laboratorio fotografico di Arturo si trovava subito dopo l'osteria del Macela. Per provare le macchine fotografiche Arturo scattava spesso fotografie della via davanti al suo negozio. Fortunatamente, perchè così ora abbiamo una buona documentazione di Via Valpantena a Marzana. |
La valle aveva sacrificato territorio agrario in favore dell’occupazione.
Erano numerose le fabbriche che stavano crescendo in media valle, sopra
Grezzana, con gravi problemi per le numerose segherie di marmo per lo
smaltimento dei reflui e dei fanghi. Il Progno era diventato una discarica
senza che nessuno si preoccupasse delle conseguenze. Non si era consapevoli del danno ambientale che si andava a compiere. Uscire dalla miseria era prioritario e non esisteva ancora una coscienza ambientale
Ogni paese pretendeva una piccola zona produttiva e anche
tra Marzana e Sezano nasceva una zona artigianale che in breve trasformava il territorio.
Anche a Quinto fu assegnata un’area produttiva, bloccata
dalle proteste dei residenti negli anni
ottanta, quando si cominciò a ragionare in termini di risparmio di territorio
e di tutela del paesaggio.
Le industrie della Valpantena, seguendo il modello vincente
dei Veronesi, dei Tacchella, dei Menegolli e di altri importanti e fortunati
industriali della media e alta valle, esportavano all’estero con successo, creando ricchezza
e posti di lavoro e portando in
Valpantena un pendolarismo d’uscita dalla città.
La ricostruzione aveva dato a molti la possibilità di avere
una casa dignitosa, attraverso la costruzione di case popolari ad affitto equo.
Ogni paese aveva un nucleo di case popolari, anche Marzana.
A Verona si andava con la filovia rossa-gialla che aveva sostituito il tram. Circolavano poche auto e qualche Vespa. Si cominciavano a veder circolare i camion in sostituzione dei carri. La strada era stata asfaltata e tutti erano contenti del progresso e del benessere che permettevano finalmente di coniugare il pranzo con la cena, cosa fino ad allora problematica.
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